Deposito GNL Edison – La partita non è ancora chiusa…

Quando è stato reso noto il pronunciamento del Tar del Lazio in riferimento alla realizzazione di un deposito di Gnl nel porto di Brindisi sono stati in tanti a gioire, come se la strada fosse definitivamente spianata.

In realtà, i giudici amministrativi romani hanno stabilito che il Consorzio Asi non aveva i poteri per imporre il mantenimento di una distanza di 30 metri dai fasci dei binari del porto fino al muro di cinta del deposito proposto da Edison. Il Tar, insomma, non ha stabilito se quel limite va o meno rispettato, visto che si è limitato a dire che non poteva essere il Consorzio ad esprimersi. Va aggi unto, inoltre, che per poter definire la propria competenza rispetto al Tar di Lecce i giudici romani hanno affermato che il deposito di Brindisi rientra tra le infrastrutture di trasporto comprese nella rete nazionale e quindi, come previsto per tali opere, la legge prevede l’obbligo di realizzare la valutazione di impatto ambientale. Adempimento che a Brindisi non è stato osservato.

Il problema è stato posto sia in sede politica dal Movimento 5 Stelle che in sede giudiziaria attraverso un articolato esposto presentato alla Procura della Repubblica.

Quindi, sulla base degli ultimi accadimenti, potrebbe verificarsi almeno una delle tre ipotesi in campo. La più scontata appare quella di un ricorso al Consiglio di Stato da parte del Consorzio Asi che ha già fatto sapere che potrà accadere proprio questo. La seconda ipotesi è che, in sede ministeriale, una attenta lettura della sentenza del Tar potrebbe invogliare qualcuno a tornare sui suoi passi, dando il via libera alla Valutazione di impatto ambientale. La terza ipotesi è che sull’intera vicenda intervenga la Procura della Repubblica di Brindisi, sulla base di valutazioni complessive su ciò che è accaduto in questi anni nel corso dell’iter autorizzativo del deposito di Gnl.

Per tutto questo si può tranquillamente affermare che la partita probabilmente non è ancora chiusa.

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