Deposito Edison? Ok Ministero, ma manca ancora una firma. E poi ci vorranno i soldi…

In questi giorni è stata scritta un’altra pagina relativa alla possibilità che nel porto di Brindisi venga realizzato un deposito costiero di stoccaggio di GNL da parte della società Edison.

Il Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente, infatti, ha concesso una proroga di un anno per l’avvio dei lavori ed ovviamente per la loro conclusione. In sostanza, il cantiere dovrà essere avviato entro il 22 dicembre 2025, mentre i lavori dovranno concludersi esattamente a distanza di tre anni e cioè entro il 22 dicembre del 2028. Si tratta dell’ennesima proroga, anche se in questo caso si è atteso chiaramente l’esito del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato dall’Autorità di Sistema Portuale contro il parere espresso dal Consorzio Asi per la distanza minima che deve intercorrere tra i fasci di binari del porto ed il muro di cinta del deposito di GNL. Per l’Asi dovevano essere non meno di 30 metri, mentre l’autorizzazione concessa con decreto interministeriale il 22 agosto del 2022 prevede una distanza di soli cinque metri.

Il Consiglio di Stato ha deciso che l’Asi non aveva titolo ad esprimere tale parere e quindi adesso la strada dovrebbe essere spianata per Edison. Questo, ovviamente, limitandosi agli aspetti autorizzativi che peraltro si concluderanno solo nel momento in cui l’Autorità di Sistema Portuale concederà il nullaosta finale. Si tratterà di una definitiva assunzione di responsabilità da parte dell’ente portuale, tanto più se si considera che la determina del Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente si conclude fissando la data di conclusione dei lavori al 22 dicembre 2028, con l’aggiunta della frase “subordinatamente all’osservanza della normativa in materia fiscale, di sicurezza ed ambientale”.

Ecco, giudici a parte, sarà proprio il nullaosta dell’Autorità Portuale a stabilire l’osservanza di tali parametri, anche perché il Consiglio di Stato si è limitato a confermare la incompetenza del parere espresso dal Consorzio Asi.

Ci vorrà una firma, insomma, per chiudere la partita e vedremo quando a da chi sarà apposta. Il tutto, in aggiunta al fatto – non secondario – relativo alla effettiva volontà di Edison di realizzare l’impianto con risorse proprie visto che di finanziamenti pubblici non è più il caso di parlarne.

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