La strada verso la realizzazione di un terminale di GNL da parte di Edison nel porto di Brindisi non è spianata. Dopo il pronunciamento in suo favore del Tar del Lazio, infatti, il gruppo industriale dovrà superare l’ostacolo del Consiglio di Stato visto che il Consorzio ASI ha proposto un ricorso che sarà discusso, in udienza cautelare, il prossimo 29 agosto.
La questione, com’è noto, riguarda la distanza che dovrebbe intercorrere tra gli impianti del deposito ed i fasci di binari che collegano le banchine del porto alla rete ferroviaria nazionale. Il Consorzio Asi ha sempre sostenuto che le leggi in materia parlano chiaro e che la distanza non può essere inferire ai 30 metri. Per l’Autorità Portuale e per gli altri enti che hanno già rilasciato le autorizzazioni, invece, la distanza può essere anche di soli cinque metri visto che in quel tratto i binari non appartengono ad RFI e sono di pertinenza dell’ente portuale.
Il giudici del Tar del Lazio hanno sancito l’incompetenza del Consorzio Asi e quindi hanno annullato l’efficacia di due note prodotte, nell’iter autorizzativo, dallo stesso Consorzio. Ma adesso il presidente Vittorio Rina intende far valere le proprie ragioni attraverso il Consiglio di Stato, contestando l’interpretazione data dal Tribunale amministrativo. Il punto di partenza è proprio quello legato alla facoltà di esprimere il proprio parere, non fosse altro perché proprio l’ASI è stata chiamata a partecipare alla conferenza di servizi e quindi può evidenziare che con soli cinque metri non si rispetta quanto previsto dal DPR 753 del 1980.
Adesso non resta che attendere, ma fino al’udienza del 29 agosto è evidente che la costruzione del deposito sarà ancora in forse.