di Carmen Vesco
Porta il figlio a fare una passeggiata all’aria aperta ma è costretto a limitare ogni suo passo perché non si faccia male, tra mattonelle saltate nella pavimentazione e lastre spaccate dei pontili in legno. Più che una passeggiata rilassante è un percorso di guerra quello che si è trovato di fronte un padre che ha portato il bambino a giocare al Cillarese. “Queste sono le foto del parco Cillarese che ho scattato per raccontarvi lo scempio che regna là dentro…ho passato il tempo a prestare attenzione che mio figlio non si facesse male. Da premettere che c’erano molti turisti e i figli chiedevano di andare in bagno, ma sono chiusi” è la denuncia allegata alle foto inviate a Brindisitime.
La notizia si aggiunge a quelle ormai quotidiane che raccontano di abbandono, degrado e spreco di denaro pubblico e privato in “aggiustamenti” che non servono a nessuno se non a dare un “contentino” alla città. Vedi i bagni che vennero ristrutturati, ma chiusi, nel 2017; nell’ottobre dello stesso anno la ex sub commissaria Mariangela Danzì annunciò un completo piano di intervento per ripristinare il decoro ad opera della Multiservizi, ma non si è mai completato; nell’aprile 2018 l’Enel, con uno scatto d’orgoglio, accusata dai cittadini di non restituire alla città quello che prende in termini di sfruttamento delle risorse, ha investito sul rifacimento dell’impianto di illuminazione con lampioni al led sostituendo i 340 corpi illuminanti esistenti che non funzionavano più, taglio del nastro con l’ex commissario Santi Giuffrè, ma si sfida chiunque ad andarci dopo il tramonto.
Si torna a sperare con la nuova amministrazione che ha annunciato, nella sua presentazione di proclamazione del sindaco Riccardo Rossi, l’intenzione di investire nei capannoni ex Saca, affianco al parco, per ridare un vita alla struttura come luogo d’arte urbana. Ecco perché si spera che si torni a parlare sul serio di un intervento completo sui 30 ettari di verde attrezzato (ma attrezzato si fa per dire) che sono alla mercé dei vandali e del degrado del tempo.
Inaugurato alle porte dell’estate 2013, come il fiore all’occhiello del verde pubblico non solo brindisino (è, infatti, il più grande parco della Puglia) questo parco è costato moltissime stagioni di lavori, soldi, progetti e speranze per il futuro di ogni amministrazione, da quella Consales che ne ha tagliato il nastro. Nel tempo è stato abbandonato a se stesso. Strumentalizzato per becere propagande o preso in cura per sincere dichiarazioni di interesse, fatto sta che del parco si è parlato e parlato, ma poco si è fatto facendo perdere le migliori occasioni di utilizzo, come la ormai consolidata manifestazione Hortus che quest’anno si è dovuta spostare a casa del suo organizzatore Pierangelo Argentieri, a Mesagne a Tenuta Moreno, perché il Cillarese, che “naturalmente” l’ha ospitata nelle altre quattro edizioni, non era più in grado di fornire i minimi servizi per accogliere una manifestazione pubblica.
E’ ora di silenziare i proclami sulla risoluzione dei problemi in città e mettere fattivamente mano alla riqualificazione urbana, le risorse ci sono, anche con l’aiuto dei privati, a patto di una gestione oculata degli investimenti.