Ecco una nota di Giusy De Simone, segretaria Flai Cgil Brindisi, sulla Giornata internazionale della donna.
In questo giorno speciale, l’8 marzo, celebriamo la Giornata internazionale della Donna, un momento per riflettere sulle lotte passate e per guardare al futuro con determinazione. Come sindacalista della Flai Cgil Brindisi, ho il privilegio di rappresentare voi, le donne coraggiose che lavorano nei campi, nelle aziende agricole e nell’agroindustria della provincia di Brindisi e non solo.
Compagne, le vostre mani, forti, raccolgono frutti e seminano speranze. Ma la vostra giornata è già segnata dalle prime ore del mattino, quando vi alzate sotto temperature insopportabili: bassissime in inverno e altissime in estate, quando superano spesso i 40 gradi. E a casa, nel cuore della notte, lasciate spesso i vostri figli. Vi spostate anche oltre i 100 km dalla vostra residenza, tornando a casa solo nel tardo pomeriggio. E lì si apre un altro scenario: accudire la famiglia, prendersi cura dei propri cari. Siete molto spesso anche delle caregiver, altro compito gravoso che svolgete con dedizione.
Guardiamo i numeri, perché i numeri raccontano storie. Nel 2022, a Brindisi, 2.769 donne sotto i 40 anni, 4.596 donne tra i 40 e i 55 anni, e 3.090 donne oltre i 55 anni hanno dedicato le loro energie e la loro forza al settore agricolo. Siete voi, le protagoniste silenziose di questa terra, che lavorate sotto il sole cocente, tra le righe di viti e gli ulivi, nei campi di grano e nei frutteti. Ma c’è una verità dolorosa che dobbiamo affrontare: sempre meno giovani donne scelgono di lavorare in agricoltura. Le sfide sono molteplici: la fatica, le condizioni climatiche estreme, la mancanza di tutele, e il caporalato che ancora persiste. E poi ci sono le madri, che si dividono tra il lavoro nei campi e le responsabilità familiari.
La Flai Cgil Brindisi è tra di voi, combattendo lo sfruttamento e il maltrattamento grazie anche alla legge 199/2016 che con forza e determinazione ci siamo battuti per ottenere. Siamo il “sindacato di strada”, prendiamo per mano le lavoratrici e i lavoratori, restituendo loro il coraggio di dire “basta” agli abusi. L’agricoltura è ancora condizionata dal caporalato e dallo sfruttamento. Dobbiamo sconfiggerli attraverso la repressione e, soprattutto, la prevenzione e con il radicamento della “Rete del lavoro agricolo di qualità”, possiamo cambiare questa situazione. Dobbiamo anche impegnarci di più per correggere quegli effetti nefasti che derivano dal requisito per raggiungere la meritata pensione…per non arrivare a 67 anni o ancora peggio come ci sta proiettando questo Governo a 70 anni!
È urgente che questa società cambi. Ascolto quotidianamente le vostre storie, e so che questo governo, questa politica, non vi aiuta. Anzi, vi toglie la speranza di poter andare in pensione prima con l’opzione donna. Sento spesso dire: “Io, a 52 anni, inizio a essere stanca di alzarmi alle 2:30, salire sui pullman e rientrare nel tardo pomeriggio, per una paga che non risponde alla realtà”.
Cari datori di lavoro, ascoltate queste parole: le donne dell’agricoltura meritano rispetto e dignità. Non sono solo braccia che raccolgono frutti e seminano speranze. Sono donne che portano avanti le tradizioni, che nutrono le famiglie e che tengono in vita la nostra terra. “Sosteniamole. Lottiamo per salari equi, per condizioni di lavoro sicure, per la fine del caporalato. E soprattutto, riconosciamo il loro valore e la loro forza”.
Compagne, non siete sole. Siamo unite nella lotta per un futuro migliore. Insieme possiamo abbattere le barriere e creare un mondo in cui ogni donna, indipendentemente dal suo lavoro, possa essere libera e rispettata. Oggi 8 marzo che sia una giornata all’insegna della forza e della lotta continua che nasce dentro ognuna di noi con l’obiettivo comune di crescere insieme.