De Mola- Antonucci (F.I): Niente USCA, co.co.co di sei mesi per operatori sanitari e pochi tamponi. Ecco come Emiliano sta puntando sulla sanità pugliese nel post pandemia.
Ecco come il governatore della Puglia Emiliano ha pianificato la Fase 2 post-Covid nella nostra regione: niente a Brindisi Unità speciali di assistenza per pazienti che hanno contratto il virus, contratti co.co.coo libero professionali per 6 mesi a medici, infermieri e OOS, pochit amponi alla popolazione.
A confermare questo dato è un’analisi di Anaao Assomed che ha fotografato la situazione sanitaria nella fase 2 nelle regioni italiani.
Come ormai di consueto, maglia nera per la Puglia che non è stata i ngrado, grazie all’operato del suo governatore nonché Assessore regionale alla sanità Emiliano, di far fronte alla epidemia riavviando i servizi sanitari in modo adeguato nel post pandemia.
Il Governatore pugliese aveva annunciato che le USCA, ossia le Unità composte da medici strutturati per l’assistenza di pazienti positivi al Covid presso il loro domicilio, sarebbero partite lo scorso 24 aprile.
Falso.
In Puglia non sono mai partite per la mancata definizione delle sedi
dove gli operatori sanitari avrebbero dovuto prepararsi, le la mancanza
dei DPI e infine per la mancanza di disponibilità di unità mediche.
In quanto alle assunzioni, invece, il governatore Emiliano ha pensato di
assumere con contratti co.co.co o libero professionali della durata
massima di 6 mesi infermieri, medici e OSS, ‘sfruttandoli’ nel
momento del bisogno, senza però restituire loro ne dignità ne
continuità al loro operato.
Un buco nell’acqua, insomma, sia dal punto di vista della tutela dei
lavoratori, peraltro impegnati in una attività professionale
delicatissima, sia dal punto di vista della sostenibilità dell’intero
sistema sanitario. Non è una novità, infatti, che la carenza di
personale sanitario ha generato problematiche di rilievo negli ultimi
anni.
Infine l’annosa questione dei tamponi: non è previsto in Puglia un
sistema di tamponamento di massa neanche tra gli operatori sanitari, che
ricordiamo prestano il loro servizio nei centri ospedalieri dove è
stata registrata la maggior parte dei casi. Qualche settimana fa era
emersa la notizia della carenza dei reagenti, oggi la versione è
cambiata: pare, infatti, che l’esecuzione di tamponi ai più non sia
indicata, in quanto non utile.
E pensare che la Puglia, in una recente analisi della Fondazione Gimbe,
era risultata la regione con il minor numero di tamponi eseguiti
rispetto alla popolazione di tutta Italia. Il fanalino di coda anche in
questo caso.
Quale sia la strategia del governatore-assessore Emiliano non è di
facile comprensione. Forse perché una strategia non c’è, perlomeno
nella fase 2. Forse Emiliano, finita la fase acuta della pandemia, sta
pensando già alla Fase 3, ossia quando il prossimo settembre dovrà
misurarsi puntando al consenso popolare che, vista la sua politica
fallimentare, questa volta non lo premierà.
Laura De Mola coordinatrice prov. FI Br
Livia Antonucci coordinatrice cittadina FI Br