Quando, sia pure a tempo determinato, accordai la non sfiducia all’Amministrazione Bruno fui mosso da due specifiche ragioni, di cui una di natura squisitamente politica: in estrema sintesi, non intendevo far sciogliere il Consiglio comunale di Francavilla Fontana senza che non fosse stata fatta definitiva e preventiva chiarezza nel centrodestra locale.
Aggiunsi pure che una occasione effettivamente storica come quella occorsa al Pd – ovvero il poter contare, sia pure per un breve periodo, sulla non belligeranza di colui che per decenni era stato non tanto “un” avversario, ma “l’avversario” della sinistra francavillese – doveva essere colta ponendo al primo posto un effettivo salto di qualità della complessiva azione politica e amministrativa.
Pertanto, avevo evidenziato l’esigenza di cogliere, quanto più tempestivamente possibile, alcuni segnali capaci di rassicurarmi sul fatto che il messaggio politico fosse stato recepito.
Avevo confermato, come tutt’ora confermo, le critiche e l’indisponibilità a far passare come normali alcune forzature amministrative al di sotto di ogni sospetto, quali la questione Pubblica Illuminazione, il Bando Tributi, la vicenda Cimitero, il ritardo nella predisposizione del nuovo Bando sulla raccolta rifiuti, il ritardo nella definizione del Pug, le problematiche legate all’Ufficio Tecnico, l’assoluta refrattarietà alla rotazione degli incarichi. Insomma, una serie di questioni dalle quali, ove affrontate in assoluta controtendenza rispetto al recente passato, avrei potuto cogliere motivi validi per giustificare il perché, dopo essere stato oggetto di metodico killeraggio politico per più di vent’anni da parte della sinistra, il sen. Curto da un giorno all’altro aveva mutato orientamento e opinione.
Una Politica del no? Tutt’altro! Sono stato destinatario del silenzio più assoluto quando ho chiesto la convocazione di un Consiglio comunale monotematico sul problema Ilva; idem, al di là di superficiali e poco concrete disponibilità di facciata, sul tema del rilancio di Bax e Capece; silenzio sulla questione R4, nonostante il dramma vissuto ormai da molti anni dagli abitanti di via Licinio Refice; indifferenza sul problema degli ex lavoratori Cerin, su cui si chiedeva almeno un segnale. Fino a giungere, addirittura, alla indisponibilità da parte di un Presidente di Commissione a portare in discussione la mia proposta di regolamentazione dei rapporti tra il Comune e i cosiddetti “portatori d’interessi”.
Non credo vi sia bisogno di aggiungere altro, né intendo fare polemiche. Ma per quanto mi riguarda il tempo determinato è scaduto.
Continuerò a svolgere seriamente il mio ruolo di opposizione, sicuramente molto più gratificante di sostenitore, sia pure disinteressato, di questa maggioranza.