Le polemiche sulla nomina degli scrutatori al Comune di Brindisi sta trascurando un elemento – a mio avviso il più importante – sul quale, invece, dovrebbe concentrarsi l’attenzione della opinione pubblica e degli organismi posti a tutela della legittimità dei riscontri elettorali.
In estrema sintesi, mentre ci si accapiglia sullo scarso livello di eticità rappresentato dalle indicazioni dei componenti la Commissione elettorale, nulla vien detto riguardo la competenza e la preparazione che dovrebbe caratterizzare i componenti il seggio elettorale.
Non di rado latitano sia la prima che la seconda. E tutto ciò avviene nel silenzio generale, senza che vi sia chi non ritenga di dovervi apporre rimedio.
Ad iniziare da chi dovrebbe adottare criteri molto più rigorosi nella nomina dei Presidenti di seggio, molto spesso protagonisti (in senso molto negativo!) di bizzarrie procedimentali meritevoli di adeguate sanzioni.
La platea è vastissima: si va da coloro che, incapaci ad organizzare un seggio, esauriscono operazioni semplicissime con estremo ritardo, a coloro che, irresponsabilmente, non trovano neppure il tempo per dara una rapida lettura alle norme diffuse dalle Prefetture. Per finire con situazioni che vanno ben al di là del comico, come quella di cui sono stato spettatore a Brindisi, proprio nel corso dell’ultima campagna elettorale amministrativa, dove una signora Presidente di seggio, l’ultima a chiudere le operazioni, affidò ai funzionari comunali il compito di completare i verbali della propria sezione.
Ergo, condivido in pieno la tesi dell’attingere con priorità assoluta ai giovani e ai disoccupati. Ma se insieme a questi due sacrosanti criteri si aggiungesse quello di escludere da tali delicate funzioni asini e somari, probabilmente la democrazia se ne avvantaggerebbe.
Avv. Euprepio Curto