Nel romanzo-inchiesta Cuorineri, l’autrice Simona Pino d’Astore spiega come dal male si può passare al bene e si può addirittura diventare monito per la società.
Sullo sfondo di una Brindisi che rappresenta simbolicamente una qualunque area urbana del mondo, deturpata dal contrabbando, dallo spaccio e dalla corruzione, s’intrecciano le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso.
Tre nomi reali, tre storie vere segnate da rapine, omicidi, reati penali scontati in carcere per conto di una criminalità organizzata che sembra essere l’unica strada da percorrere per queste tre figure portanti nella trama del volume, rientrante nella collana Black Line della Graus Edizioni, euro 15, pagine 175.
“Questo libro l’ho scritto basandomi sulle interviste fatte ai tre personaggi principali del racconto, i quali mi hanno rivelato la loro vera storia che io sono andata ad innestare in uno scenario noto a tutti nel mio territorio, ovviamente romanzandola e incrociandola con varie altre storie di personalità inventate, ma comunque ispirate al vissuto reale degli ultimi 30 anni a Brindisi e dintorni, e che potrebbero essere intese come aree urbane di qualunque parte del pianeta”, così esordisce Simona Pino d’Astore, autrice di Cuorineri, il romanzo/inchiesta ispirato a fatti effettivamente accaduti.
Il romanzo sottolinea come diventare professionisti del malaffare sia l’inevitabile conseguenza di un’infanzia dominata dalla povertà e dalla privazione, da genitori anaffettivi o da violenze domestiche; di un’adolescenza in cui l’ossessione di arricchirsi diventa un bisogno impellente, così come la necessità di emergere nel ruolo di leader del gruppo.
Agli occhi dei tre bambini, poi divenuti uomini, quindi, la vita del mafioso appare come una chiave d’accesso all’agiatezza e alla gloria a cui hanno sempre aspirato.
“Cuorineri ha lo scopo sociale di far comprendere che un cambiamento è possibile anche quando gli uomini si vedono come condannati ad una dannazione eterna”, continua l’autrice. “Tale cambiamento ovviamente non passa, in questo caso, attraverso il pentitismo come molto spesso è accaduto negli ultimi anni, dove pentirsi significa denunciare altri solo per avere uno sconto di pena. In questo caso particolare si tratta di uomini che non hanno né chiesto né avuto sconti di pena, ma che vogliono dimostrare con il loro comportamento che per tutti è possibile modificare il percorso di vita in meglio, dopo aver pagato pienamente per i propri errori”.
Così, quello stesso stile esistenziale, ardentemente desiderato, dopo aver condotto i tre personaggi del malaffare a sacrifici sempre più grandi come la perdita della salute, degli affetti, dell’integrità morale, porterà finalmente al bisogno di un cambiamento di rotta nuovo verso il futuro e verso un monito collettivo rivolto al bene.
Simona Pino d’Astore nasce a Brindisi, città dove vive con il marito e i suoi tre figli. Dopo aver intrapreso gli studi in Giurisprudenza accrescendo l’interesse per la criminologia, si dedica al giornalismo, scrivendo per diversi quotidiani e riviste, oltre a ideare e condurre programmi a livello locale. Oggi è consulente di marketing politico.
Da qualche anno si dedica all’approfondimento di vicende reali, soprattutto di cronaca nera e del mistero.
Cuorineri, edito da Graus Edizioni, è il suo primo romanzo.