Crisi nera per imprese e lavoratori. Intanto Confindustria Brindisi si riunisce su un catamarano a Santa Maria di Leuca…

La cronaca quotidiana ci riferisce dati e circostanze di una crisi economica ed occupazionale senza precedenti per il territorio della provincia di Brindisi. Tantissime aziende stanno chiudendo i battenti lasciando in mezzo ad una strada centinaia di lavoratori. Ovviamente le responsabilità non possono essere addossate agli imprenditori, bensì a chi avrebbe dovuto avviare una fase di transizione per passare dall’attuale ad un nuovo modello di sviluppo. Ci vuole poco a dire che il paese va decarbonizzato, ma si sarebbe dovuto pensare per tempo a come riconvertire imprese e lavoratori ed invece si è atteso con le mani in mano, forse nella speranza che il termine del 2025 subisse degli spostamenti in avanti negli anni, così come siamo stati abituati per troppo tempo a livello nazionale ed internazionale. Questa volta, però, si stanno addirittura anticipando i tempi, con la conseguente fuoriuscita di centinaia di persone dai cicli produttivi e dal funzionamento dell’indotto.

Una crisi che qui a Brindisi è andata a sommarsi con la decisione di Basell di dismettere il P9T e con la velata possibilità di chiudere tutto lo stabilimento brindisino. E poi la decisione di EuroApi di mettere in vendita il sito produttivo di Brindisi ed un futuro quantomeno incerto per il petrolchimico.

Il tutto, senza contare la crisi gravissima in cui si dibatte la Brindisi Multiservizi, con il rischio di perdita di 150 posti di lavoro.

Ebbene, a fronte di una situazione così grave, ognuno deve fare davvero il possibile per individuare vie di uscita. Lo ha fatto tempo addietro il parlamentare di Forza Italia Mauro D’Attis con la istituzionalizzazione di un tavolo governativo sulla decarbonizzazione e ci ha provato anche la Regione Puglia a sollecitare l’intervento del Governo.

Insomma, in un periodo così difficile, ognuno deve fare fino in fondo la sua parte, non solo in termini di contributi fattivi, ma anche di forme visibili di solidarietà nei confronti di chi sta vivendo l’incubo della disoccupazione. Ebbene, proprio sulla base di queste considerazioni, probabilmente Confindustria Brindisi non sta dando un buon esempio nel momento in cui convoca l’assemblea privata delle aziende associatie a Confindustria bordo di un catamarano, per giunta ormeggiato a Santa Maria di Leuca e non nel porto di Brindisi.

Certo, ciò che conta è la sostanza, ma a volte anche la forma ha la sua importanza, soprattutto se di fronte c’è gente che in questo momento fa fatica anche a mettere a tavola un piatto di pasta.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning