Crisi industriale – Che fine hanno fatto le promesse di Salvini?

Un grande spiegamento di forze accolse a Brindisi, lo scorso 3 giugno, il ministro delle Infrastrutture e vice premier Matteo Salvini. Pur trovandoci nel pieno della campagna elettorale, in realtà il ministro venne in città per partecipare ad una affollata conferenza stampa in compagnia del sindaco Marchionna, del direttore Italia dell’Enel Lanzetta e del rappresentante di RFI Antonio Cannalire. L’oggetto era un investimento immediato, proprio a Brindisi, con il diretto coinvolgimento di Enel ed RFI. In sostanza, da noi sarebbero dovuti arrivare i pannelli fotovoltaici costruiti nella giga factory dell’Enel a Catania. Il tutto, per realizzare proprio a Brindisi le strutture di supporto per poi cederle ad RFI nell’ambito di un progetto per collocare tali pannelli sulla rete ferroviaria nazionale. Un investimento notevole che avrebbe portato a Brindisi centinaia di posti di lavoro e comunque non meno di 400, impiegando le aree lasciate libere a Cerano dall’Enel. E Salvini ci tenne a precisare che non si parlava di attese lunghissime e addirittura neanche lunghe, visto che a Brindisi avremmo visto risultati concreti già nel corso dell’estate.

Ebbene, da quell’incontro è trascorso un mese e di quella proposta salviniana non ne parla più nessuno. Basti pensare che non se n’è fatto cenno neanche nel corso del tavolo convocato dal Ministero del made in Italy, dove è stata tracciata una mappa di possibili nuovi investimenti in cui non viene neanche citata la storia dei pannelli da destinare ad RFI.

Un fatto gravissimo che dimostra come si continui a giocare con la pelle dei brindisini che giorno dopo giorno sono costretti a fare i conti con la perdita di decine e decine di posti di lavoro, senza che nessuna delle ipotesi di nuovi investimenti si stia concretizzando. E cosa ancor più grave è che nessuno chieda ufficialmente ad un ministro della Repubblica che fine hanno fatto le sue promesse. Ma ormai anche su questo cominciamo a farci l’abitudine.

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