CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO DI “EUROAPI”

E’ sempre più notte fonda per l’economia industriale di Brindisi. All’annunciata chiusura della centrale a carbone Federico II dell’Enel ed alla dismissione di uno dei due impianti dello stabilimento Basell, infatti, adesso si aggiungono anche le incertezze riguardanti il futuro dello stabilimento del gruppo farmaceutico EuroApi che il gruppo attuale ha rilevato tempo fa da Sanofi.

Nelle prossime settimane proprio EuroApi comunicherà il destino del sito di Brindisi, ma ci sono molti segnali di allarme che fanno pensare al peggio e quindi i 230 dipendenti non vivono sonni tranquilli.

Se dovessero verificarsi dismissioni parziali o totali verrebbero meno le promesse fatte da Sanofi all’atto della vendita, ma giungerebbe la conferma del fatto che l’economia industriale brindisina è sempre più legata a scelte che vengono assunte altrove e che comportano ricadute fortemente negative per questo territorio.

Brindisi, come è facile intuire, non può permettersi il lusso di perdere altri 230 posti di lavoro, a cui si aggiungono altre centinaia di addetti dell’indotto dello stesso stabilimento. E soprattutto tale  circostanza non potrà verificarsi nel silenzio generale che spesso si riscontra quando la città viene colpita a morte sul piano economico.

Un motivo in più per ricompattare il “fronte Brindisi”, senza primogeniture e soprattutto senza gli errori commessi negli ultimi tempi, quando si è pensato di risolvere problemi e attrarre investimenti nel chiuso di una stanza.

Un ruolo da protagonista questa volta dovranno averlo le istituzioni, a partire dal Comune di Brindisi e dal sindaco Marchionna a cui certamente non mancano esperienza e capacità per governare una fase così difficile come quella che ci apprestiamo a vivere.

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