Stando alle indicazioni fornite dall’Azienda Sanitaria Locale di Brindisi attraverso il sito ufficiale “Pugliasalute”, il Servizio di Continuità Assistenziale (guardia medica) assicura l’assistenza primaria nelle ore in cui il servizio non è garantito dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta.
Il medico di continuità assistenziale dovrebbe valutare, “sulla base del bisogno espresso e delle linee guida nazionali e /o regionali, se è necessaria la visita domiciliare o se rispondere tramite consiglio telefonico o visita ambulatoriale.
Si accede telefonicamente o recandosi nelle sedi presenti sul territorio nei seguenti giorni e orari:
- Sabato e prefestivi: dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle 20.00
- Festivi: dalle ore 8.00 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle 20.00
- Notturno: tutti i giorni dalle ore 20.00 alle 8.00 del mattino successivo.
Nel servizio notturno l’accesso diretto è consentito dalle ore 20.00 alle 22.30, nelle ore successive è possibile contattare l’ambulatorio telefonicamente.
Saranno comunque garantite le prestazioni domiciliari, previo contatto telefonico e previa valutazione della necessità della visita domiciliare”.
Bastano queste indicazioni, in aggiunta alle testimonianze dei cittadini di Brindisi, per comprendere che il servizio di Guardia Medica serve davvero a ben poco e non contribuisce in alcun modo a decongestionare il pronto soccorso dell’ospedale Perrino. Che senso ha interrompere il servizio ad orario di pranzo dei giorni festivi, oppure la sera dopo le 22.30? I medici sono presenti presso la sede di piazza Di Summa, ed allora perché limitare le prestazioni ad una sola consulenza telefonica? E’ evidente che – stando così la situazione – se gli stessi medici fossero disponibili al Pronto Soccorso risulterebbero molto più utili.
Ecco perché i vertici dell’Asl dovranno affrontare seriamente il problema di un diverso assetto organizzativo del servizio di guardia medica.