L’eccellente lavoro svolto dalle Procure di Brindisi e di Potenza ha portato agli arresti eseguiti ieri mattina e che hanno riguardato un magistrato (ma ce ne sono altri due tra gli indagati), oltre a due avvocati, un commercialista, un imprenditore ed un ingegnere. I reati ipotizzati, a vario titolo, vanno dall’estorsione alla corruzione, all’associazione per delinquere, al riciclaggio ed all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Ed agli arrestati si aggiungono anche altri quindici indagati, la cui posizione verrà definita certamente nelle prossime settimane. Ma la storia potrebbe non limitarsi a questo. La Procura di Brindisi, infatti, ha continuato il suo lavoro anche su altri filoni della stessa vicenda riguardante un comparto ben definito dell’attività giudiziaria brindisina.
L’obiettivo è quello di scoprire un malaffare che – secondo quanto già accertato – ammonta a circa mezzo milione di euro tra estorsioni (anche ai genitori della giovane vittima di un incidente stradale ed ai genitori di un bambino nato malformato a causa di errori commessi da medici), perizie “accomodanti”, incarichi professionali e false fatturazioni per creare provviste di denaro.
Insomma, un lavoraccio svolto dai pubblici ministeri e dalla Guardia di Finanza durante tre lunghi anni di indagini, con le difficoltà immaginabili, visto che i tre magistrati coinvolti svolgevano regolarmente il loro lavoro nello stesso Palazzo di Giustizia in cui i militari dovevano raccogliere documentazione utile ai fini investigativi.
Quanto ancora possa allargarsi questa inchiesta non è dato sapere. Ma è certo che – appresa la notizia degli arresti – saranno in tanti, tra imprenditori e normali cittadini, che staranno ripensando ai giudizi emessi nei loro confronti proprio da questi tre giudici.
Ebbene, a fronte di una operazione così importante, si registra il “quasi” silenzio tombale della politica. Ci saremmo aspettati di leggere tantissime reazioni, con altrettanti complimenti nei confronti di magistrati e finanzieri. E invece, fatta eccezione per un paio di note del M5S, riscontriamo il “no comment” generale (e nessuno dica che si tratta di una “cautela” in attesa delle sentenze, visto che spesso si plaude ad operazioni riguardanti la criminalità organizzata pur in assenza di sentenze). Come se ci fossero ancora timori reverenziali nei confronti di chi – stando alle accuse formulate dai magistrati potentini – aveva trasformato qualche aula di Tribunale in una cloaca a cielo aperto. Tutto molto strano. Davvero…