CONVEGNO PENSIONATI DELLA CISL: IL RUOLO DEL CAREGIVER FAMILIARE 

 CONVEGNO CISL FNP: IL RUOLO DEL CAREGIVER FAMILIARE 

Sono circa nove milioni i caregiver in Italia, ovvero familiari che si prendono cura di propri congiunti non autosufficienti svolgendo, per questo, mansioni anche gravose. I caregiver dei pazienti con demenza sono  per il 74% donne, il 31% delle quali con età inferiore a 45 anni, mentre il 38% è di età compresa tra i 46 ed i 60 anni, il 18% tra i 68 ed i 70 anni e il 13% oltre.

Sono alcuni dati, questi, scaturiti dal convegno sul tema“Il ruolo del caregiver familiare – La malattia: cura e speranza nella realtà della famiglia” promosso dai Pensionati Cisl Taranto Brindisi (Fnp Cisl) giovedì u.s. presso Palazzo Imperiali, a Francavilla Fontana. “Auspichiamo che il nuovo Governo concluda in tempi brevi l’iter di approvazione dei tre Ddl già presenti al Senato per regolamentare benefici normativi, economici e previdenziali a favore di queste persone  – ha dichiarato Filippo Turi, segretario generale territoriale Fnp Cisl in avvio di lavori – senza ritardi ulteriori che aggraverebbero una situazione già problematica su piano umano e familiare.”

Antonio Taddeo, segretario generale Fnp Cisl Puglia ha ricordato che “la Legge di Bilancio 2018 ha inserito risorse a favore di madri, mogli, figli, ovvero caregiver in famiglie intese nei fatti come luoghi di cura, a fronte dell’oggettiva inadeguatezza dei servizi sociali e socio-sanitari sul territorio. E’ necessario, produrre prima possibile i decreti attuativi.”

Adele Rizzo, responsabile del Coordinamento Donne Fnp Cisl territoriale, nella sua relazione di apertura ha  sottolineato come “l’universalismo della sanità pubblica e del welfare di Stato stanno vivendo una crisi senza precedenti, compensata da un welfare familiare soprattutto per le persone con disabilità e per chi soffre di malattie degenerative. I contraccolpi  sono economici, lavorativi, assistenziali, fisici, psicologici e morali. Le donne sottoposte allo stress di cura di familiari con patologie gravi hanno una ridotta aspettativa di vita dai 9 ai 17 anni.”

Nel corso del dibattito, sono intervenuti Maria Simona Bellini, Responsabile Coordinamento nazionale Famiglie disabili (“potrebbe essere in dirittura d’arrivo un percorso lungo 20 anni. Aiutare i caregiver che si occupano dei loro cari disabili h24 è un investimento per lo Stato. Senza i familiari, esso se ne dovrebbe occupare a tempo pieno con costi enormi. Per produrre una legge soddisfacente ascoltare di chi vive quotidianamente quella realtà drammatica”), l’On. Elisa Mariano, Componente della Commissione Affari Sociali (“difficoltà a rimettere al centro del dibattito pubblico il sistema del welfare dovuta ai ritardi storici del Paese su questi temi”), Donato Pensassuglia, Consigliere PD Regione Puglia (“evitare duplicazioni e furberie, indurre l’Inps a fornire una mappatura completa degli invalidi ed adeguare la L. 104”), Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Taranto Brindisi (“rafforzare e rilanciare la sensibilizzazione sociale sul fenomeno dei caregiver e articolare una specifica azione vertenziale e rivendicativa nei confronti di Governo, Regioni, Comuni”), Giuseppina Scarano, Direttore Servizi Socio-Sanitari di Brindisi (“legittima l’esigenza di vivere e di invecchiare presso le proprie famiglie, anche per chi è in condizione di disabilità”), Anna Maria Candela, Dirigente Regione Puglia Dipartimento della Salute e del Benessere sociale (“per persone con disabilità l’autodeterminazione  è un valore fondamentale come lo è per il caregiver che svolge mansioni che altri non svolgono. Ad entrambi va assicurata stabilità di finanziamenti per i  progetti di vita”).

Ha fatto seguito un accorato appello di Massimo Quaranta, papà di una minore con patologia neurovegetativa, sulla cultura dell’inclusione e dell’uguaglianza.

“Essenziale è conoscere quali interventi porre in essere per i caregiver – ha osservato Enzo Lezzi, della segreteria Cisl di Puglia, concludendo i lavori – ma altrettanto necessario è comprendere con quali controparti istituzionali confrontarci. Il Presidente della Regione Puglia si nega al dialogo con il sindacato. Oggi scontiamo una mancata interazione tra interventi sociali e socio-sanitari e le vere fragilità sono costituite dall’assenza di interlocuzione con la politica. Quella stessa che ha valutato positivamente nel chiuso di una stanza l’operato dei Direttori generali di quelle Asl che hanno penalizzato i territori con il piano regionale di riordino ospedaliero.”

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