CONTAGI NEL PERRINO: INTERI REPARTI ANCORA SENZA TAMPONE! ALTRO CHE “DATI RASSICURANTI”

La provincia di Brindisi si conferma come il territorio pugliese con la maggiore presenza di contagi in rapporto alla popolazione. Al di là dei numeri ufficiali e del maldestro tentativo di scaricare tutte le responsabilità sulle residenze sanitarie, il vero problema resta l’ospedale Perrino e, più in generale, la rete di assistenza sanitaria pubblica della provincia. Nessuno dimentica, infatti, i contagi nella struttura osspedaliera di Ostuni e quelli altrettanto preoccupanti del San Raffaele di Ceglie Messapica. Ma è il Perrino il dramma più concreto e manifesto. E’ stato individuato come “ospedale covid” pur sapendo che la separazione degli spazi non si sarebbe potuta attuare (tralasciamo le promesse di intervento in tal senso giunte dall’Asl). L’unica chance era quella di destinare un’intera ala al “covid”, in maniera tale da evitare contaminazioni di ascensori, scale e di altre strutture comuni. Ed invece si è scelto di procedere a  macchia di leopardo, con la conseguenza che covid e no-covid vivono in simbiosi (con reparti covid e no-covid nella stessa scala!) , con rischi gravissimi per il personale e per i pazienti. A tale situazione di allarme, però, non ha fatto seguito un numero elevato di contagi. Ma la spiegazione sta proprio nella mancanza di un serio intervento di screening di personale sanitario e pazienti. Lo scorso 6 aprile, dopo svariate sollecitazioni (tra cui i nostri articoli), la direzione dell’Asl annunciò ufficialmente che sarebbe stato fatto immediatamente uno screening generale nel Perrino. Oggi, dopo quasi due settimane, siamo ancora all’anno zero! I tamponi effettuati quotidianamente sono poche decine e i rischi di contagio, ovviamente, lievitano a più non posso.

Si pensi che il personale di un reparto ad altissimo rischio come quello di rianimazione non è stato sottoposto a tampone! Ed è accaduta la stessa cosa anche per metà del personale del reparto di ostetricia. Come è noto, nei giorni scorsi, con una buona dose di irresponsabilità, è stata inviata una dipendente della Sanitaservice in quel reparto, pur sapendo che la stessa persona era stata sottoposta a tampone e che si aspettava l’esito. L’ausiliaria è risultata positiva e quindi è scattato l’allarme. E’ iniziato lo screening, con una ventina di tamponi al giorno, ma poi ci si è fermati a metà. E adesso chissà quando se ne riparlerà…

Ed è così che la provincia di Brindisi, grazie ad una politica dissenata di prevenzione dal virus, rischia di diventare la zona rossa del Mezzogiorno d’Italia…

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