CONSIGLIO GENERALE DELLA CISL A CELLINO SAN MARCO: LA RELAZIONE DI CASTELLUCCI

Riceviamo e pubblichiamo la relazione di Antonio Castellucci, segretario confederale della Cisl Brindisi, letta in occasione del consiglio generale che si è tenuto questa mattina a Cellino San Marco

Introduzione: Saluto e ringrazio le amiche e gli amici consiglieri presenti ai lavori odierni; in particolare, ringrazio Daniela Fumarola Segretario Generale Cisl Puglia e Gigi Sbarra, Segretario Generale Aggiunto della Cisl Confederale, che concluderà il dibattito.

Prima di procedere nella lettura della relazione, consentitemi di proporvi un minuto di raccoglimento per le vittime dei vari disastri naturali accaduti nelle scorse settimane dal Nord al Sud del Paese; persino intere famiglie hanno pagato con la propria vita incurie e abusi che hanno causato un dissesto idrogeologico senza precedenti. (…)

Al riguardo, Gigi Sbarra ha osservato in questi giorni  come “Tale dissesto non è flagello divino ma frutto di anni ed anni di incuria che richiama la responsabilità di tutti, dai Governi nazionali a quelli regionali e locali…”

Nel nostro territorio il maltempo ha segnato profondamente in particolare il settore agricolo, segmento produttivo portante della nostra economia, con danni alle colture ancora da quantificare e rispetto ai quali diversi Comuni sono già stati sollecitati dai produttori a richiedere lo stato di calamità; invito non raccolto ancora, dalla Regione Puglia, al momento assente dall’elenco delle Regioni  che hanno formalizzato al Governo la richiesta.

            Il contesto – il quadro politico-istituzionale – il Def – l’Europa: Il contesto storico generale presenta complessità diffuse che sollecitano tutti ad esercitare più responsabilità per il rilancio di quei valori che possono e devono costituire i fondamentali per una corretta convivenza civile e sociale delle nostre comunità.

Il Paese attraversa una fase complessa e delicata che continua ad essere continuamente monitorata dalla nostra Confederazione, a tutti i livelli.

I risultati delle elezioni politiche nazionali del 4 marzo 2018 che, a seguire, con un inedito Contratto (non già Alleanza) di Governo, hanno affidato al Movimento 5 Stelle e alla Lega i destini sociali ed economici del nostro Paese, autorizzano dopo i canonici primi 100 giorni una chiave di lettura su cui è opportuno riflettere; specialmente in queste settimane in cui è in discussione, quel Documento di Economia e Finanza che la Commissione Europea ha messo sotto la lente di ingrandimento ed ha già chiesto di correggere; per giunta per una manovra economica che non fa leva sugli investimenti e sulla crescita, bensì sull’assistenzialismo e sul condono fiscale.

            La Legge di Bilancio 2019: Come già vi abbiamo comunicato con apposita circolare, terremo gli Attivi unitari con  Cgil e Uil a Taranto il 20 novembre prossimo e a Brindisi il successivo  27 novembre per approfondire e discutere il documento su “Le priorità di Cgil, Cisl e Uil per la Legge di Bilancio 2019”, perciò ci limiteremo a citare in questa sede solo alcuni aspetti salienti della proposta confederale presentata al Governo insieme con la richiesta di convocazione che finora non è arrivata.

Il sindacato confederale chiede di essere ascoltato su un rilancio degli investimenti pubblici e privati da concepire quali leve di inclusione e di attivazione sociale, con risorse aggiuntive su reti e servizi, con fiscalità di sostegno all’occupazione specialmente giovanile e femminile.

Lo sviluppo va supportato da politiche espansive, superando le politiche di austerità che, in Italia come nel resto d’Europa, hanno determinato finora profonde disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione.

La spesa prevista in deficit dalla manovra deve essere, perciò, finalizzata a nuove politiche che mettano al centro la persona, il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne; politiche in grado di contrastare l’esclusione sociale e la povertà.

Politiche che determinino processi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno; che prevedano investimenti in infrastrutture materiali, immateriali e sociali, che spingano in direzione dell’innovazione, della scuola, della formazione, della ricerca, della prevenzione, della messa in sicurezza del territorio e sostengano le politiche industriali. La manovra traccia, chiaramente, un percorso diverso da tutto ciò; mancano le risorse per gli investimenti poiché privilegia la spesa corrente, preannuncia ulteriori tagli e introduce misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza solo perché corrispondono a promesse elettoralistiche di stampo populista.

Il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese ma essa non si combatte se non c’è lavoro e se non si rafforzano le grandi reti pubbliche: sanità, istruzione, servizi all’infanzia e Welfare.

Allo stesso tempo, con la Fp ribadiamo il nostro impegno a sostenere la battaglia sindacale in direzione della costituenda AREU, Azienda Regionale Emergenza Urgenza prevista da un apposito Disegno di Legge. Puntiamo, con l’AREU, alla salvaguardia occupazionale di tutte le posizioni lavorative attualmente presenti nel sistema sanitario pugliese, nonché alla stabilizzazione degli operatori del 118 ecc., ma soprattutto al corretto esercizio del confronto e del dialogo sociale che è da recuperare, sull’insieme della tematica emergenza-urgenza e sanità che reputiamo materia particolarmente sensibile perché sia garantita la corretta fruizione del sistema sanitario ai concittadini di Brindisi, di Taranto così come nei restanti territori pugliesi.

In occasione del 40° anniversario della Riforma Sanitaria (L. n. 833/1978), Cgil Cisl Uil hanno realizzato un’assemblea-manifestazione nazionale lo scorso 19 settembre a Salerno, città del Mezzogiorno, un segnale per riportare al centro dell’attenzione le gravi condizioni in cui versano i servizi sanitari e socio-sanitari in questa parte del Paese e prima tappa di una Campagna di iniziative sindacali, che si terranno in tutte le Regioni italiane, per il rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale e per assicurate il diritto alla salute ed alle cure in modo uniforme in tutta l’Italia, come prevedono la Costituzione e la stessa Riforma sanitaria.

Nella manovra del Governo, del tutto assenti risultano i riferimenti all’innovazione nella Pubblica Amministrazione, nonché al rinnovo dei contratti in essere e di quelli futuri.

Sul versante fiscale i provvedimenti annunciati sono iniqui, in quanto si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte, né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione.

E’ dunque, su questa base Cgil Cisl e Uil hanno chiesto di aprire il confronto, decisi a sostenere tali proposte nelle forme e nei modi storicamente propri del movimento sindacale, senza escludere, cioè, forme di mobilitazione.

Insomma, Cgil Cisl e Uil delineano un modello di sviluppo del Paese che riparta dalla coesione, dall’inclusione e dall’integrazione, antidoti alla paura, in un sistema virtuoso di convivenza in cui il lavoro può essere elemento unificante, evitando forme di sfruttamento e di caporalato, in particolare nel settore agricolo che, negando le condizioni di vita e di lavoro dignitoso, favoriscono le speculazioni malavitose che si nutrono del disagio sociale, e dove la nostra Fai è in prima linea a difendere tali abusi.

Abbiamo bisogno di un Paese che costruisca il proprio futuro!

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