Sabato 26 aprile, alle ore 11.00, nella Cattedrale di Frascati, si terrà la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana, dove saranno elencate tutte le virtù eroiche e la vita di santità della “Serva di Dio”, Madre Carla Borgheri. Le comunità delle suore che si ispirano a Madre Carla e che hanno il loro punto di riferimento nella diuturna preghiera di fronte al Santissimo Sacramento, con cuore pieno di attesa e di commozione, si dedicano, con ansia, al fatidico giorno 26 p. v., perché il progresso tra il percorso e le tappe del Paradiso di Madre Carla, è anche la loro festa, una solennità a cui partecipano con cuore esultante e pieno di riconoscenza verso il Signore Gesù e della sua “potente” madre, Maria Santissima. Madre Carla nacque a Novi Ligure (prov. Alessandria) il 17 febbraio 1922. Vide la luce del mondo, già orfana, poiché suo padre morì prima della sua nascita, per questo fu la sua mamma che si prodigò per crescere, con amore, la sua piccola creatura. La sua infanzia fu caratterizzata da un peregrinare in diverse città d’Italia, sempre sotto l’egida protettiva dei parenti più prossimi e soprattutto della sua virtuosa madre. Al secolo, il vero nome di Madre Carla era Annunziata Nada che, purtroppo, all’età di dodici anni si ammalò di tubercolosi e fu ricoverata all’Ospedale di Careggi, nei pressi di Firenze, dove trascorse tanto tempo nella preghiera. Uscì fuori dalla malattia, con l’aiuto di Dio. Ma quando contava ventidue anni fu colpita nuovamente dalla pregressa affezione, quindi, ricoverata all’Ospedale “Forlanini” di Roma, conobbe Padre Orfeo Romani che guidò e indirizzò il suo cammino di fede. La progressione interiore di Nada fu supportata dagli scritti di Santa Teresa d’Avila, da questo istante il suo cuore si predispose verso l’amore di Dio. Si iscrisse all’Azione Cattolica e a Roma fu instradata verso la professione dei voti dal Padre Sacramentino, Luigi Cattaneo. Il 19 luglio 1952 entrò a far parte di una nascente congregazione romana, indossò l’abito religioso e assunse il nome di “Carla”. Il 29 giugno 1961, con alcune sue amiche, che condividevano con lei gli stessi intenti, gettò le basi per una nuova congregazione religiosa. Mai trascurò il Santissimo Sacramento e consacrò la sua intera vita a Gesù Cristo e alle necessità della Chiesa universale. La passione missionaria la portò in varie parti del mondo, operando sempre a favore dei più umili e derelitti. Ella, altruista com’era, visse ed operò per gli altri e proprio mai risparmiò le sue energie. In “Odore di Santità”, raggiunse la Casa del Padre il 20 settembre 2006, alla veneranda età di 86 anni, dopo aver fondato il suo Ordine delle Suore Missionarie dell’Incarnazione, Ordine riconosciuto da Sua Santità, Papa Giovanni Paolo II, il giorno dedicato alla festa liturgica di San Giuseppe: 19 marzo 1988. Le suore dell’Incarnazione giunsero provvidenzialmente a Brindisi, in tempi ormai trascorsi, dal felice intuito di un santo, lungimirante Arcivescovo, recentemente scomparso, il compianto Monsignor Settimio Todisco. Quando Madre Carla lasciò questa terra, certamente, già si conquistava il suo Paradiso, perché entrava in cielo con le mani piene d’amore e di opere buone, in quanto aveva lavorato efficacemente, per la conversione di quei popoli lontani; “chiamata” nelle terre di missione sparse per il mondo. Anche le suore che operano nella Chiesa Santuario di Santa Maria degli Angeli di Brindisi sono mobilitate nella preghiera verso la loro Fondatrice e, tale perenne preghiera, ne siamo certi, porterà benefici ai fedeli, ai cittadini tutti, all’intera città di Brindisi. Antonio Mario Caputo