CGIL SU JOBS-ACT: “AD OGGI LE POLITICHE DEL LAVORO RESTANO INEFFICACI”

Riceviamo e pubblichiamo una nota della Cgil in materia di politiche del lavoro.

“In attuazione del Jobs-act con  D.lvi 149/2015 e 150/2015  sono state istituite, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,   l’Ispettorato Nazionale  del lavoro (INL)  e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).

La prima (INL)  con il fine di  semplificare e rendere più efficiente l’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale nonché  evitare sovrapposizioni di interventi ispettivi, la seconda (ANPAL) con l’obiettivo di coordinamento  delle politiche del lavoro a favore di persone in cerca di occupazione e ricollocazione dei disoccupati Naspi ( Nuova assicurazione sociale per l’impiego).

Nei fatti, dalla data di istituzione dell’INL , a parte il cambio di denominazione e di inquadramento giuridico,  quel progetto di  riforma  stenta a  decollare.

Non solo è venuto meno  lo slancio propulsivo che aveva ispirato il legislatore  ma di fatto  sono calati gli interventi ispettivi sul territorio nazionale mentre aumentano le aziende irregolari.

Nei fatti invece, l’ INPS e l’INAIL continuano a programmare la vigilanza in materia previdenziale e assicurativa   mentre si è ancora in attesa dei Decreti  di riorganizzazione delle sedi periferiche dell’INL.

La formazione che  doveva  costituire il volano del  processo di cambiamento  per permettere  la realizzazione di un  efficace coordinamento dell’attività di vigilanza  in capo alla neo Agenzia ispettiva, a distanza di 7 mesi,  stenta a partire e tutto resta ingessato nei meandri burocratici, nei capitoli di bilancio del  Ministero del Lavoro.

Restano acclarate le consistenti differenziazioni di trattamento retributivo e  di inquadramento  tra personale ispettivo INPS-INAIL ed ex Ministero del lavoro  come restano bloccate le risorse economiche per la retribuzione accessoria del personale.

Mentre l’ANPAL ce la siamo persa strada tanto che le politiche attive del lavoro continuano ad essere una chimera con i Centri impiego  ancora alle prese con la Legge Delrio  delle Province, con personale insufficiente, malpagato e demotivato.

A distanza di 7 mesi dal referendum dello scorso 4 Dicembre  continuano a mancare soluzioni  all’assetto istituzionale delle politiche attive e permane    un allarmante stato di incertezza sul futuro di un servizio essenziale  in una fase di profonda crisi economica, con tassi di disoccupazione altissimi, con il personale dei centri per l’impiego ancora alle dipendenze delle Province nonostante queste ultime non abbiano più  competenze sulla materia.

Eppure il Premier Renzi aveva garantito che con il Jobs.act nessun lavoratore sarebbe rimasto solo e che  le due agenzie sarebbero state lo strumento   per combattere lavoro nero e disoccupazione.

Mentre ci si aspettava un  segnale forte in direzione della modernizzazione dell’attività ispettiva e delle politiche attive del lavoro  la realtà quotidiana  si caratterizza per una  incertezza  da incubo  aggravata da una perseverante scarsità di mezzi e di risorse economiche, da attività bloccate, da totale mancanza di coordinamento  da parte del Ministero del Lavoro  con l’unico elemento di certezza che vede i vertici  politico/ amministrativi  dei tre Enti impegnati in una sterile e dannosa attività di boicottaggio reciproco.

Allo stato dei fatti quell’inciso “ senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” che la FP CGIL  aveva da subito contestato si conferma un  punto di criticità assoluta che  mette in discussione  l’intero impianto del processo riformatore.

Pertanto, fermo restando lo stato di agitazione del personale proclamato da CGIL-CISL e UIL a livello nazionale, considerate le molteplici problematiche irrisolte legate alla istituzione dell’ INL e  all’ANPAL, valutate  le gravi  ricadute  sull’intero territorio nonché  le condizioni di incertezza economica e professionale  per tutto il personale dipendente la FP CGIL di Brindisi ha chiesto ai vertici dell’INL  e ANPAL precisi  e stringenti impegni per  sbloccare la situazione dando soluzione  alle tante problematiche che allo stato dei fatti impediscono l’effettività del processo riformatore  sottolineando che nessun  cambiamento è possibile se non è accompagnato da  una seria e costante politica di valorizzazione del personale.

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