Cgil – Brindisi tra promesse e realtà, il rischio di un futuro scritto col fumo del carbone


Dal trionfo propagandistico all’emorragia occupazionale: i numeri raccontano una verità che i proclami non possono oscurare

Nei giorni scorsi, a Brindisi, abbiamo avuto l’onore di accogliere un’ampia rappresentanza di ministri del governo, tutti con proposte, soluzioni e ipotesi di scenario futuro, così ricche di investimenti che ancora oggi non riusciamo a smaltirne gli effetti.

Tra i lavoratori vi è finalmente una serenità ritrovata, con la certezza di posti di lavoro per tutti e nessuna crisi industriale e occupazionale, al punto che addirittura i ministri non presenti, con il sostegno di AD Illuminati (è il caso di dirlo), prevedono il mantenimento delle centrali a carbone, tra cui la Centrale Federico II, probabilmente come potenza installata in riserva fredda.

Questo modificherebbe il PNIEC, che questo Governo aveva già aggiornato e inviato in Europa.

Se questo si realizza, Brindisi non deve perdere la fase della decarbonizzazione e deve rendere concrete le manifestazioni di interesse sui nuovi investimenti, confermando l’accordo di programma che consideriamo essenziale.

Se non fosse tutto vero, ci sarebbe da ridere, poiché tutto appare schizofrenico in una fase in cui la vera assente è una strategia di politica industriale che, a questo punto, rischia di passare dal libro verde al libro della fantasia.

Quando tutto si riduce a propaganda e campagna elettorale, i problemi di un territorio, delle lavoratrici e dei lavoratori, del sistema delle imprese, vengono barattati per una manciata di voti.

I dati, ahimè, ci consegnano una realtà differente: Brindisi, nel 2023, ha perso oltre 3.300 posti di lavoro a tempo indeterminato; le produzioni industriali negli ultimi 25 mesi sono calate del -5%; il fatturato delle produzioni industriali è calato di oltre 40 miliardi di euro; l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, nell’ultimo anno, è cresciuto del +47,5%.

Questa è la realtà dei fatti.

Allora è il caso che il sindaco di Brindisi, il presidente della provincia, il presidente della regione facciano sentire la loro voce sul futuro industriale di Brindisi, sul futuro del porto, sul futuro dei progetti legati all’accordo di programma.

E il sistema delle imprese esca dal silenzio assordante che appare come frutto di una condizione precaria di assoggettamento, e si allei con le forze sane del territorio per costruire insieme una prospettiva di lavoro, sviluppo e giustizia sociale, capace di ridare dignità a Brindisi, alla Puglia, al Mezzogiorno.

La Segreteria Confederale
CGIL Brindisi

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