Comunicato del consigliere e Assessore regionale Fabiano Amati
«Abbiamo vinto! La Corte costituzionale ha respinto l’impugnativa del Governo Meloni contro la legge regionale per il Centro pubblico di Riabilitazione di Ceglie Messapica. Una sentenza limpida, che sconfessa ogni pretesa della famiglia Angelucci e riafferma un principio elementare: la salute non è merce, e i luoghi della cura appartengono ai cittadini, non alle procedure opache e alle confidenze con gli operatori economici privati.
Abbiamo lottato in solitudine, spesso nel silenzio. Ricordo i giorni in cui era difficile persino farsi vedere accanto a me.
Oggi la giustizia ha parlato. E voglio dedicare questa decisione a Mattia, che mi ha fatto conoscere il problema, e a tutti i pazienti che hanno sofferto, alle famiglie che hanno atteso con dignità e dolore, e ai dipendenti e sindacalisti che, nelle giornate afose di luglio e agosto, erano accanto a me, nonostante sembrasse che li stessi portando in un rischiosissimo vicolo cieco, e a tutte le persone che mi vogliono bene e che in quei giorni temevano per me. A loro va il mio abbraccio commosso e riconoscente.
Il Centro di Riabilitazione di Ceglie potrà continuare il suo cammino come struttura regionale interamente pubblica, generando risparmi per la Regione e restituendo dignità al servizio sanitario pubblico.
La Corte costituzionale ha demolito punto per punto le obiezioni del Governo: nessun aumento di spesa, nessuna violazione dei piani di rientro, nessuna forzatura programmatoria. Solo un atto di giustizia. L’unico appunto riguarda una formula tecnica sulle assunzioni, che correggeremo subito, per rispetto dei principi costituzionali.
Ringrazio il Presidente Michele Emiliano, che non ha fatto mancare il suo sostegno in questa enorme battaglia, e la maggior parte dei colleghi Consiglieri regionali che offrirono il loro voto alla causa.
Ringrazio, mettendone in evidenza la notevole cultura giuridica, l’Avvocatura regionale, a cominciare dalla Coordinatrice Rossana Lanza e gli avvocati di causa Isabella Fornelli e Paolo Scagliola.
Ringrazio con tutto il cuore i dirigenti e i funzionari che con me hanno sofferto e resistito a un’aggressività senza pari. Li cito uno per uno: Vito Montanaro, Mauro Nicastro, Antonella Caroli, Elena Memeo, Emanuele Carbonara e Daniela Pizzuto».