Apprendiamo favorevolmente la notizia riguardante una marcia indietro del Governo nazionale sulla data di chiusura della centrale Enel Federico II.
Posticipare la sua dismissione definitiva dal 2025 al 2030 rappresenterebbe una boccata di ossigeno per il territorio brindisino visto l’immobilismo che ha caratterizzato gli ultimi Governi. Dal 2020 ad oggi avremmo dovuto vivere una fase di transizione energetica che sarebbe stata propedeutica ad una riconversione industriale.
Nulla di tutto questo è avvenuto ed oggi ci si arrampica sulla possibilità di concretizzare alcune tra le 46 proposte di investimenti giunte al Ministero delle Imprese nell’ambito del tavolo per la decarbonizzazione.
Se non ci fosse in giro tanta ipocrisia, dovrebbero essere tutti d’accordo sul fatto che qualche “prima pietra” si potrà collocare giusto tra qualche anno e nel frattempo Brindisi dovrebbe fare i conti con una crisi senza precedenti, con la necessità di fare ampio ricorso ad ammortizzatori sociali.
E il discorso vale anche per il futuro del Petrolchimico, dove i processi di riconversione e di avvio di nuove produzioni sono lunghi e devono ancora scontare i percorsi autorizzativi il cui inizio non potrà avvenire prima della progettazione definitiva, prevista per marzo del prossimo anno.
Con queste prospettive non certo incoraggianti, pertanto, la tutela degli interessi del paese, legati al fabbisogno energetico, per una volta va nella stessa direzione degli interessi di Brindisi e quindi ben venga il rinvio del phase out al 2030.
Si chiarisca subito, però, quale soluzione si intende adottare per lo scarico del carbone, visto che la banchina non sarà più a disposizione dell’Enel. Si andrà a Costa Morena Nord (banchina già data in concessione ad MSC)? Oppure si andrà a Costa Morena Est dove è prevista la concessione ad Edison? E con la banchina Enel che si farà? Sarà data in concessione attraverso una gara pubblica?
Ed a proposito di scelte chiare, l’ente portuale faccia sapere ai brindisini il motivo per cui non viene ancora firmata la concessione alla stessa società del deposito di GNL, nonostante abbia tutte le autorizzazioni? Sono sorti dei problemi? Occorre una assunzione di responsabilità che magari nessuno vuole sottoscrivere?
Insomma, Brindisi ha bisogno di scelte chiare, così come di attori autorevoli che magari tengano una posizione più chiara di quella che purtroppo ha evidenziato in soli due giorni il sindaco Marchionna, prima aprendo e poi chiudendo la porta alla chiusura di Cerano nel 2030.
Non è più concesso sbagliare. A nessuno.
Lino Luperti e Michelangelo Greco – consiglieri comunali