I Carabinieri Forestali del Nucleo di Brindisi sono intervenuti, congiuntamente e dietro segnalazione della locale Stazione Carabinieri, nell’ abitato di Torre Santa Susanna, presso locali adibiti all’ esercizio di autofficina, e già sottoposti a sequestro in quanto l’ attività era risultata abusiva.
I Militari hanno verificato che vi si stavano svolgendo lavori di autoriparazione, in violazione dei sigilli già apposti, per violazione alla Legge 122/1992, che regola l’ esercizio di tali attività, nonché i requisiti per il rilascio di autorizzazione, in questo caso mai avvenuto.
I Carabinieri Forestali di Brindisi, con i colleghi di Torre Santa Susanna, hanno quindi rinnovato la sanzione già comminata per l’ esercizio abusivo, ed al contempo hanno deferito il titolare alla Procura della Repubblica di Brindisi per violazione dei sigilli (art. 349 del Codice Penale).
Inoltre, i Forestali hanno individuato, nel retro dell’ officina, un’ area dove venivano accatastati rifiuti di ogni genere, rivenienti dall’ attività illecita, pericolosi e non pericolosi: materiale ferroso di varia natura, parti di autovetture, compresi elementi di tappezzeria, e due taniche colme (per 50 litri complessivi) di olii esausti, contestando altresì anche il reato di cui all’ art. 256, comma 1, lett. a) e b) del Decreto legislativo n. 152/2006 (cosiddetto “Testo Unico Ambientale”) per stoccaggio non autorizzato di rifiuti pericolosi e non pericolosi. L’ area interessata dai suddetti rifiuti è stata sottoposta a sequestro.
Il Nucleo Forestale di Brindisi, che sta setacciando tutto il territorio del capoluogo e della fascia meridionale della provincia, nell’ ambito di una specifica campagna di controlli e contrasto all’ esercizio abusivo dell’ autoriparazione, è intervenuto in questo episodio, ultimo di una lunga serie, che non solo è lesivo nei confronti di chi opera nel settore secondo la legge, con gli investimenti tecnici ed il rispetto dei requisiti dalla stessa previsti, ma sottende quasi sempre ad una gestione illecita dei rifiuti prodotti con l’ attività, spesso pericolosi, ed abbandonati sul suolo o nel sottosuolo, con conseguenti danni all’ ambiente.
Si evidenzia che, essendo i procedimenti penali ancora nella fase delle indagini preliminari, le persone segnalate sono da ritenersi sottoposte alle indagini stesse e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.