di Antonio Castellucci – Segretario generale
Tra le diverse emergenze del Paese, di cui la cronaca degli ultimi giorni continua a dar conto, c’è quella degli incendi che pare non risparmi alcuna regione e i cui inneschi sono, purtroppo, di natura dolosa o addirittura di stampo criminale. Encomiabile il ruolo, il lavoro e la perizia dei Vigili del Fuoco, delle donne e degli uomini della Protezione civile, dei carabinieri della Forestale e, per quanto riguarda la Puglia, dei dipendenti dell’Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali (Arif), oltreché delle migliaia di volontari che, con incondizionata generosità, si prestano pressoché quotidianamente a fronteggiare le tante emergenze in condizioni di estremo pericolo, utilizzando mezzi di ogni genere, da quelli aerei alle semplici autobotti. Così come decisivo è l’impegno di tutte le forze dell’ordine preposte al controllo del territorio, che svolgono con discrezione e competenza attività di monitoraggio, di prevenzione e di sorveglianza: a loro va la nostra gratitudine e riconoscenza!
Rimane del tutto evidente, in ogni caso, sia che ognuno dei suddetti servizi risenta di carenze di organici e di dotazioni relativamente ai mezzi e agli strumenti di intervento, sia che tali rilievi vengano generalmente formalizzati ogni volta che ci si trova alle prese con situazioni spesso di grandi difficoltà o addirittura ingovernabili.
Non vorremmo scomodare Papa Francesco e la profezia contenuta nella sua enciclica “Laudato sì” ma è indubbio che tutti siamo interpellati per la salvaguardia del creato in tutte le sue forme e manifestazioni. Più prosaicamente, con i tempi lunghi di ripristino dei boschi distrutti, della macchia mediterranea e di tante colture intensive colpite dalle fiamme devastatrici che annichiliscono la flora e la fauna, così come devastano tanto le Aziende coinvolte quanto le attese di lavoro dei loro dipendenti, si rischia di consegnare alle attuali giovanissime generazioni più cenere che terra feconda, frutti, ecosistemi vivibili.
Gli incendi delle ultime settimane a Castellaneta Marina, a Massafra a Ostuni e negli ultimissimi giorni le decine e decine di ettari di verde e di alberi anche secolari, di vegetazione, di macchia mediterranea, di canneti, intorno all’invaso del Cillarese, andati completamente distrutti a Brindisi da fiamme innescate contemporaneamente in più zone, oltre a determinare danni incalcolabili indicano come nessun territorio sia immune da rischi.
Non si dirà mai abbastanza, dunque, della necessità della prevenzione e della sorveglianza, facendo appello anche al senso civico partendo dalle famiglie e dalla scuola, nonché sollecitando ed incentivando la cura anche dei piccoli appezzamenti rurali, affinché sia condiviso il senso della legalità e del rispetto per la natura. In gioco, infatti, c’è il futuro della civiltà ecologica ed ambientale che oggi viene messa a dura prova da interessi inconfessati, magari per fare speculazioni edilizie su terreni distrutti dal fuoco.
La Cisl Taranto Brindisi, in tutte le sue articolazioni sia categoriali che comunali, con tutto il suo gruppo dirigente, continuerà a svolgere il ruolo di sensibilizzazione e di denuncia, affinché i lavoratori, i pensionati, i giovani per la loro parte ma, contestualmente, le pubbliche amministrazioni e le Istituzioni periferiche per quanto nelle rispettive facoltà stabilite dalle leggi, implementino l’interesse per la salvaguardia, nelle città e nelle campagne, del verde da concepire come vero e proprio patrimonio comune indivisibile.
Antonio Castellucci