La Procura distrettuale antimafia di Lecce ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone, tutte protagoniste dell'”affaire” collegato alla gestione dei parcheggi dell’oasi di Torre Guaceto. Compariranno in aula il prossimo 21 settembre per l’udienza preliminare e dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di corruzione elettorale, associazione a delinquere di stampo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. Tra gli indagati per i quali è stato chiesto il processo figurano anche l’ex sindaco di Carovigno Massimo Lanzilotti e l’ex presidente del Consiglio Comunale Francesco Leoci.
La vicenda risale al 2018 quando Lanzilotti vinse le elezioni e diventò sindaco del comune del Brindisino. I carabinieri e la Procura antimafia hanno accertato il sostegno della famiglia Saponaro, effettuato attraverso l’acquisto di voti. In cambio il primo cittadino avrebbe garantito il rinnovo delle autorizzazioni per i parcheggi dell’oasi di Torre Guaceto. Un affare di non poco conto, considerato l’afflusso di decine di migliaia di autovetture durante la stagione estiva, con un pedaggio all’epoca fissato in 5 euro.
Proprio per questa inchiesta il consiglio comunale di Carovigno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose e rimarrà commissariato per diciotto mesi.
Tra le parti offese figurano gli altri candidati sindaci del 2018, il Comune di Carovigno e l’ex sindaco Carmine Brandi a cui nel 2017 fu incendiata l’auto della moglie.