Capodieci (Failm) – Brindisi non si svende: lavoratori e imprese locali devono decidere sulla riconversione ENEL di Cerano!

Brindisi non si svende: lavoratori e imprese locali devono decidere sulla riconversione ENEL di Cerano!

Per la FAILM, la chiusura della centrale a carbone di Cerano rappresenta una svolta epocale per Brindisi. Tuttavia, è fondamentale che questa transizione sia gestita in modo partecipato, coinvolgendo le imprese locali e i lavoratori del territorio. Non possiamo accettare che le scelte vengano imposte dall’alto, senza ascoltare chi ha contribuito per decenni alla crescita industriale ed economica della città. Il commissario straordinario, pur essendo uno strumento utile, deve collaborare con Brindisi, non limitarsi a decidere su Brindisi. Le decisioni devono essere condivise con chi vive e lavora qui, perché il territorio deve essere al centro del cambiamento.

Un’opportunità da non perdere: la nuova industrializzazione e i 50 manifesti di interesse

Il futuro di Brindisi dipende dalla nuova industrializzazione legata alle 50 manifestazioni di interesse per la riconversione della centrale di Cerano. Questa è un’opportunità da non perdere, ma rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata se non verranno adottate politiche realmente inclusive per il territorio.

Non possiamo accettare che la transizione venga gestita esclusivamente da multinazionali o grandi gruppi esterni, i quali, pur investendo nella zona, potrebbero ignorare le reali esigenze della comunità brindisina. Il rischio concreto è che questi soggetti sfruttino gli incentivi pubblici senza garantire occupazione stabile ai lavoratori locali né continuità occupazionale a chi oggi opera nell’indotto della centrale.

Le aziende locali, che hanno contribuito in modo determinante alla crescita di Brindisi, devono avere un ruolo centrale nella riconversione e beneficiare concretamente delle opportunità che essa offre.

Garantire la filiera locale: un imperativo per la riconversione

Una delle priorità assolute della FAILM è garantire che l’intera filiera produttiva resti ancorata al territorio. Le imprese locali non solo devono partecipare alla nuova industrializzazione, ma devono essere messe nelle condizioni di rimanere protagoniste nella catena del valore.

Non possiamo permettere che l’industria brindisina venga svalutata a favore di investitori esterni, creando una filiera che esclude le realtà locali. La filiera industriale deve rimanere a Brindisi, creando lavoro stabile e assicurando che i benefici della riconversione siano distribuiti equamente tra le imprese locali e i lavoratori brindisini.

ENEL deve impegnarsi nella bonifica della centrale coinvolgendo aziende e lavoratori locali

Un aspetto fondamentale della riconversione riguarda la bonifica della centrale di Cerano, che non può essere ignorata. ENEL deve assumersi la responsabilità di questo processo, garantendo il coinvolgimento diretto delle aziende locali e dei lavoratori brindisini.

La bonifica rappresenta un’opportunità per creare occupazione stabile e qualificata. È essenziale che le imprese del territorio, specializzate nel settore, siano protagoniste in questo percorso, garantendo sicurezza, sostenibilità ambientale e sviluppo economico. Inoltre, i lavoratori locali devono essere adeguatamente formati e coinvolti per assicurare che le nuove attività siano sostenibili e inclusive per la comunità.

I lavoratori brindisini non sono un numero: servono certezze per il loro futuro

A causa della chiusura della centrale, centinaia di lavoratori, sia diretti che dell’indotto, vivono oggi nell’incertezza. Per la FAILM, questa situazione è inaccettabile. La transizione deve prevedere un percorso chiaro di riqualificazione e reinserimento per tutti i lavoratori, garantendo contratti stabili e salari adeguati.

Non possiamo accettare che i lavoratori locali vengano esclusi dalle nuove opportunità o che si crei un mercato del lavoro precario, privo di tutele e garanzie.

Le imprese locali devono avere un ruolo centrale nella riconversione

La riconversione industriale di Brindisi non può ridursi a un’operazione di facciata che arricchisce pochi a discapito delle imprese e dei lavoratori locali. Se non verranno stabilite regole chiare e trasparenti, esiste il rischio concreto che nuovi investimenti e commesse vadano solo a gruppi esterni, senza che le aziende brindisine possano partecipare attivamente al processo.

Le imprese locali, che da anni sono il motore dell’economia cittadina, devono essere messe nelle condizioni di prendere parte alla nuova industrializzazione e ottenere una quota equa delle commesse. Solo così si potrà garantire una crescita economica sostenibile per il territorio e la creazione di posti di lavoro stabili.

Le richieste della FAILM per una transizione giusta e partecipata

Per garantire una riconversione equa e realmente vantaggiosa per Brindisi, la FAILM chiede:

  1. Coinvolgimento delle imprese locali: le aziende del territorio devono avere una quota garantita nelle nuove commesse e negli investimenti, con un ruolo centrale nella riconversione della centrale di Cerano.
  2. Priorità ai lavoratori brindisini: la transizione deve garantire che i lavoratori attualmente impiegati nella centrale e nell’indotto siano riqualificati e reinseriti nei nuovi settori industriali, evitando esclusioni e precarizzazione del lavoro.
  3. Formazione e reinserimento: è necessario un piano di formazione strutturato per tutti i lavoratori affinché possano adattarsi alle nuove attività industriali, con garanzie e tutele occupazionali concrete.
  4. Trasparenza e regole chiare: la gestione della transizione deve avvenire con totale trasparenza, attraverso un tavolo di confronto permanente tra istituzioni locali, parti sociali e imprese, per monitorare ogni fase del processo.
  5. Evitare il ripetersi degli errori del passato: non possiamo accettare accordi come quello sottoscritto al MIMIT su ENI Versalis, che ha escluso il coinvolgimento di numerose parti sociali e decine di migliaia di lavoratori dell’indotto. Le decisioni devono essere condivise con tutti i lavoratori, attraverso le loro rappresentanze sindacali legittime.

Brindisi ha già pagato troppo: ora serve una vera transizione che rispetti il territorio e tuteli i lavoratori

Per decenni, il territorio di Brindisi è stato sacrificato in nome dell’industria energetica e non solo. Ora è arrivato il momento di una vera transizione, che rispetti il territorio, garantisca diritti e tutele ai lavoratori e offra opportunità concrete alle imprese locali.

Non vogliamo un futuro che favorisca solo pochi, ma un futuro in cui tutti – lavoratori e imprese locali – possano crescere insieme. Brindisi ha già pagato un prezzo troppo alto: adesso servono azioni concrete, non slogan. La voce del territorio deve essere ascoltata e rispettata.

Segretario Generale
Claudio Capodieci

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