Il canile comunale di Brindisi, situato in contrada Santa Lucia, rischia di salire ancora una volta agli onori della cronaca per i tanti problemi mai risolti dalla struttura tecnica comunale. Il problema principale è quello dei costanti allagamenti causati da un difetto di origine: il canile, infatti, è stato realizzato in una zona sottoposta di circa un metro e mezzo rispetto alla sede stradale. Il tutto, ovviamente, va aggiunto al fatto che è stato realizzato questo canile in piena area SIN (Sito di interesse nazionale) e quindi con possibili evidenti elementi inquinanti nel terreno e nella falda. Non è un caso, infatti, che alcuni mesi addietro sono stati chiusi i pozzi in quanto sono state rinvenute tracce di metalli pesanti nell’acqua. E dire che proprio in quella zona il Comune ha realizzato la struttura per i cani, mentre ai privati viene interdetta qualsiasi altra attività. Ma torniamo al canile. Attualmente è al collasso, in quanto non è nelle condizioni di poter ospitare ben cinquecento cani, nonostante gli sforzi della Brindisi Multiservizi (la gestione va senz’altro meglio rispetto a quando c’erano i privati) e dei volontari. La ditta che si occupa della manutenzione dell’impianto di depurazione (totalmente da rifare) lamenta un credito di 35.000 euro che il Comune ancora non ha saldato. Ciò che è inspiegabile, però, è che a maggio del 2015 furono invitate tre aziende a partecipare alla gara per la realizzazione di tre nuovi comparti del canile, composti ciascuno da 15 box, per un totale di 225 posti per altrettanti cani. Il tutto, per una spesa di 350.000 euro (come da progetto). Di quella gara non si sa più nulla e quindi il canile rischia ancora una volta il collasso, ma soprattutto le condizioni in cui vivono i cani sono al limite previsto per legge. Possibile che non si riesca a fare chiarezza sull’intera vicenda?
In realtà, sarebbe opportuno anche prendere in considerazione la possibilità di realizzarlo altrove un canile nuovo di zecca, con importi di gran lunga inferiori rispetto a quelli che sono stati spesi in tutti questi anni ed a quelli che sono stati previsti per realizzare i nuovi box. Una volta tanto, però, i problemi non sono causati dalla “politica”, ma da una struttura tecnica che intende coprire gli errori del passato.