CAMBIO APPALTI NEL PETROLCHIMICO – FIM/CISL: NO A LICENZIAMENTI MASCHERATI DA TRASFERIMENTI

Dichiarazione congiunta

del Segretario Generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Michele Tamburrano

dell’Operatore Territoriale di Brindisi Fim Cisl, Gianluca Volpe

Cambio appalti Petrolchimico di Brindisi: No a licenziamenti collettivi mascherati da trasferimenti.

Pronti a mobilitarci.

 «Ancora una volta, in prossimità di un cambio di appalto all’interno del petrolchimico di Brindisi, torna prepotentemente alla ribalta il rischio per i lavoratori addetti di restare a casa».

A lanciare il grido di allarme è la Fim Cisl Taranto Brindisi, attraverso il segretario generale Michele Tamburrano e l’operatore territoriale Gianluca Volpe.

«Un cliché classico, a tutti noi noto, frutto della triste esperienza maturata negli anni. Nella settimana appena trascorsa – introduce Michele Tamburrano – abbiamo appreso l’avvenuta assegnazione di una gara di appalto all’interno del petrolchimico, a favore di una nuova azienda. Sin qui nulla di strano, se non fosse che il capitolato di appalto è puntuale su tutto, tranne su quello che deve essere il destino dei lavoratori dell’azienda uscente. È assurdo che, a pochi giorni dall’avvicendamento, alcuni lavoratori non siano a conoscenza del proprio destino e che ad altri è stata recapitata una lettera di trasferimento a centinaia di chilometri dal proprio domicilio».

La Fim Cisl, fortemente preoccupata per un possibile triste epilogo della vicenda, che potrebbe avere ripercussione da un punto di vista sociale, ha preventivamente allertato anche il Prefetto di Brindisi.

«Abbiamo ritenuto opportuno interessare il Prefetto – precisa Michele Tamburrano – convinti che possa intercedere, affinché ogni eventuale dubbio possa essere fugato. Dietro a lettere di trasferimento che sembrano garantire continuità occupazionale, noi crediamo che si nasconda di fatto un licenziamento collettivo. Non si può chiedere a padri di famiglia di trasferirsi in altre realtà lavorative fuori regione con uno stipendio che, nella maggior parte dei casi, non supera i 1300/1400 euro, o ancor peggio negargli il diritto al lavoro. Non possiamo perdere altro tempo incalza Tamburrano – serve riscrivere le regole di ingaggio, impedendo che a pagare siano sempre i lavoratori. Dobbiamo tornare a parlare di diritti dei lavoratori, di clausola sociale ed eliminare le oramai diffusissime pratiche di dumping contrattuale».

La Fim Cisl è consapevole di trovarsi di fronte ad una sfida ambiziosa, ma nello stesso tempo è convinta che il cambio di paradigma è necessario per ridare dignità a tutto il sistema degli appalti e ai suoi addetti.

«Nei prossimi giorni – annuncia l’operatore territoriale Fim Cisl, Gianluca Volpe – convocheremo un attivo di tutte le Rsu delle aziende dell’appalto per condividere insieme ogni azione da intraprendere e se necessario attivare anche un percorso di mobilitazioni. Non possiamo assistere in maniera inerme a questo ennesimo scippo di posti di lavoro sul nostro territorio. Esattamente un anno fa, il 6 luglio 2021, eravamo in piazza a Roma per il primo sciopero nazionale del settore; insieme per denunciare le storture del sistema appalti. Non è ammissibile che le grandi multinazionali continuino a ragionare con la logica del continuo ribasso senza offrire le adeguate risposte in termini di responsabilità sulla sicurezza e di vincoli sociali. È  oramai necessario – conclude Gianluca Volpe – rafforzare le tutele e i diritti dei lavoratori con accordi di sito e territoriali, che prevedano da parte della committente l’inserimento della clausola sociale».

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