BRINDISI FRA LE PEGGIORI CITTÀ D’ITALIA PER QUALITÀ DELLA VITA: ECCO GLI EFFETTI DELLE POLITICHE A RESPIRO CORTO
E SENZA UNA VISIONE A LUNGO TERMINE
Classificarsi al centesimo posto su centosette è un risultato che lascia poco spazio alle interpretazioni ed agli alibi. Brindisi ed il suo territorio hanno perso ancora una volta numerose posizioni nella classifica sulla Qualità della Vita che l’autorevole testata Il Sole 24 Ore cura da oltre un ventennio.
Si tratta di una indagine e non di una condanna, ne siamo consapevoli, ma scorrendo le numerose e dettagliate voci oggetto di analisi si comprende immediatamente la drammatica corrispondenza tra i parametri sondati e la realtà vissuta ogni giorno da chi a Brindisi e provincia vive e lavora.
Le categorie prese in esame abbracciano l’intera vita economica, sociale e culturale del territorio: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Le fonti sono i dati, quindi numeri e cifre asettiche e non opinabili, di Istituti ed Enti autorevoli ed istituzionali: da singoli Ministeri ad INPS, ISTAT, Infocamere ed altri ancora.
Fanno riflettere i dati che vedono Brindisi agli ultimi posti per laureati e titoli di studio (meno di 1 su 3 fra i giovani adulti), per numero di lettori abituali e per età media degli Amministratori Locali. Sulla cultura di base della popolazione e della sua classe dirigente solo pochi territori in Italia peggio di noi. Età avanzata e precaria preparazione culturale e di base da parte di chi governa ed anima il territorio non rappresenta di certo la condizione migliore per affrontare le complessità dell’attuale fase storica.
Al Sindacato arrivano dritti al cuore sia il dato economico – dove Brindisi è 90esima su 107 – ed in misura ancora maggiore il dato sulla «Sicurezza ed infortuni sul lavoro»: 101simo posto su 107. Un dato increscioso per una delle sfide chiave del Sindacato su cui daremo battaglia in modo ancora più deciso rispetto a quanto già fatto in questi anni. Che il lavoro, quando c’è, sia un pericolo per la salute o la vita è inconcepibile!
L’essere, in media, il fanalino di coda dell’intera Regione Puglia, davanti solo alla martoriata e complessa Foggia, è un forte monito per tutti i rappresentanti istituzionali ed attori sociali della nostra regione a chiedersi se siano state adottate puntualmente le dovute misure di compensazione e sussidiarietà verso ogni lembo di Puglia, Brindisi compresa.
Chi è chiamato a rappresentare Brindisi, a tutti i livelli e su tutti i tavoli, deve avere in massima considerazione i dati che emergono da questa indagine e le numerosissime grida d’allarme che arrivano «dalla base», dai lavoratori e dalle famiglie.
Se rivendicare a Regione e Governo nazionale maggiori risorse ed attenzioni sul nostro territorio è d’obbligo, è altrettanto fondamentale che le Amministratori Locali ed i protagonisti sociali ed economici del territorio progettino ed indirizzino azioni di ampio respiro, lungimiranti ed a lungo impatto sul futuro e lo sviluppo di questa terra.
Il tornaconto personale, la propria popolarità pubblica, il consenso per le consultazioni dell’indomani, le politiche «luccicanti» ma a cortissimo periodo e respiro forse riescono a conservare il singolo protagonista ma al prezzo di sprofondare un intero territorio.
Solo #ProgrammareOltreEmergenze, in rete, assieme, oltre ogni steccato ideologico o di parte, potrà dare una opportunità a Brindisi. È l’invito ed il monito che la Uil di Brindisi da tempo rivolge ad ogni protagonista sociale, politico e culturale del territorio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte con chi vorrà esserci. Per Brindisi.
Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo