Presso la libreria Mondadori Bookstore, Brindisi, c’è stata la presentazione del libro:”Il giorno in cui il mondo si è fermato. Omaggio a Papa Giovanni Paolo ll”, fotografie di Pier Paolo Cito, testi di Luigi Accattoli e Pier Paolo Cito. Un evento interessantissimo, tanta la gente presente. Non è stata una semplice presentazione.Teodoro Iaia, Presidente dell’Associazione Fotografica InPhoto, ha salutato tutti e ha fatto una breve presentazione dei due interlocutori:il fotografo Pier Paolo Cito, brindisino, apprezzato in Italia e all’estero per le sue foto stupende e la Dott.ssa Katiuscia Di Rocco, Direttrice Biblioteca Arcivescovile A. De Leo. È stata proprio Katiuscia Di Rocco a dare un’impronta diversa alla conversazione. Ha esordito dicendo di non essere una grande fotografa, ma una persona che si occupa del bello e delle varie forme del bello. Per conservare la memoria, le foto sono utili, essenziali. Nella “sua” biblioteca, ci sono libri unici al mondo e il suo obiettivo è sempre stato quello di farne un luogo da frequentare, un luogo di tutti. Poi, ha indossato dei guanti bianchi e, fra la curiosità generale, ha mostrato un “Codice Miniato”, un volume antichissimo, in carta pergamena, scritto in latino e greco. Ha mostrato alcune pagine, mettendo in evidenza come fossero squadrate, perché l’ordine esteriore, in quei tempi, era indice di ordine interiore. Un libro per cui, sicuramente, erano stati necessari 50/ 60 anni per scriverlo, in gotico- bolognese. All’interno del libro, le storie di tanti Santi, quasi tutti uomini. Nel Medioevo le donne erano considerate come una conseguenza del peccato originale. Ed ecco arrivare al “focus” della relazione. Se non si aggiunge una foto per descrivere un contesto storico, si fa un “falso storico”. Papa Giovanni Paolo ll, è stato il Papa del dialogo, per la prima volta un Papa in un paese ortodosso, che parla di Alleanza cristiana- islamica. Quando si reca a Gerusalemme, mette un fogliettino nel “Muro del Pianto”, in cui chiede la pace per Gerusalemme. Il Suo, era un NO al terrorismo gridato in tutti i modi possibili. È stato un Papa criticato, così come Pio XII, anche perché ha aperto l’archivio segreto Vaticano, un chiaro invito a leggere. Papa Giovanni Paolo II fa viaggi mirati e, nel libro, tantissimi sono gli scatti che hanno immortalato dettagli importanti, Sue espressioni particolari. Ha fatto un percorso sui giovani. Poi, la malattia, la sofferenza quando non riesce più a parlare, il Suo è stato un continuo grido di dolore. Sarebbe stata meglio una morte veloce. Sceglie di farsi riprendere fino alla fine, certamente non per una smodata voglia di apparire, ma per dimostrare la sofferenza. Questo Papa ha “scelto” l’utilizzo delle immagini fino alla fine. E, dopo questa coinvolgente relazione della Dott.ssa Di Rocco che, gradualmente, ha condotto tutti al reale punto della serata, è intervenuto il famoso fotografo Pier Paolo Cito, che ha focalizzato l’esaltante mondo della fotografia. Lui ha seguito il Papa per anni e ha avuto la responsabilità di trasmettere i Suoi stati d’animo, tutto con scatti perfetti che hanno fatto il giro del mondo. Ha raccontato che, in Piazza S. Pietro, c’erano delle vere e proprie “guerre” per conquistare la posizione migliore. Per il giorno del funerale, l’appuntamento per i fotografi, era per le tre del mattino, mentre il funerale sarebbe stato alle 11. Era un messaggio da consegnare alla storia, non era ammesso sbagliare. Cito, poi, ha focalizzato l’attenzione di tutti sulla foto dell’ultimo messaggio, una mano viola del Papa sofferente, un particolare difficile da “vedere”, ma essenziale per capire lo stato del Papa. Ha parlato, poi, di particolari della sua vita privata, anche suo padre era nelle stesse condizioni di salute e si sentiva particolarmente coinvolto dal tutto questo. Il papà di Pier Paolo, è morto a pochi giorni di distanza, quindi c’è stata una reale difficoltà personale. L’ultimo affaccio del Papa è stato tremendo, si capiva che stava morendo e lui ha continuato a scattare ed è sua l’ultima foto del Pontefice vivo, mentre chiudevano le tende. Una foto unica, che ha fatto il giro del mondo. Ha parlato, poi, dell’ultimo viaggio in Polonia e della grande commozione del Papa sulla tomba dei genitori e di come il direttore della più importante rivista religiosa polacca lo avesse, in seguito, chiamato per comunicargli che avrebbero scelto una sua foto. Cito, poi, parla di alcuni particolari curiosi circa la stesura del libro. Una buona parte è “nata” nella sua Brindisi. Quando la casa editrice aveva chiesto una sua prefazione ad ogni capitolo del libro, era caduto un po’ in crisi, perché lui è abituato a fotografare. Ma, poi, ha capito che era importante farlo. Pier Paolo Cito ha parlato della professione del fotografo, spesso sottovalutata, perché non si comprende cosa c’è dietro una buona foto, le ore di appostamento, la giusta concentrazione e tanto altro. Tutti i presenti avrebbero continuato ad ascoltare curiosità e dettagli inediti. È veramente difficile che una presentazione di un libro, diventi un evento così interessante. Come sempre, dobbiamo concludere che la cultura è vita, è importante e, grazie a coloro che organizzano questi eventi, la cultura diventa accessibile a tutti. Brindisi, da questo punto di vista, è in fermento e speriamo che sia un processo sempre in evoluzione. Anna Consales
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