Rischia di assumere contorni davvero preoccupanti la crisi in cui versa il comparto industriale brindisino. La centrale termoelettrica di Cerano ormai è destinata alla definitiva dismissione e la stessa cosa potrebbe avvenire a breve anche per lo stabilimento farmaceutico di EuroApi. A questo si aggiungono i problemi rivenienti dai passaggi di cantiere nell’ambito dell’indotto del Petrolchimico.
Al di là degli annunci e delle disponibilità formali, non si riesce a raggiungere un accordo con le imprese subentranti e quindi ci sono lavoratori delle imprese metalmeccaniche che rischiano di rimanere senza lavoro. Si tratterebbe di ulteriori esuberi che il comparto industriale brindisino davvero non può permettersi.
Da qui lo stato di agitazione proclamato dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e il presidio a cui si è dato vita stamattina nei pressi del principale rondò della zona industriale, a partire dalle 7.30.
Per i sindacati Brindisi continua ad essere terra di conquista, saccheggiata dalle multinazionali e da aziende che negli anni hanno fatto perdere migliaia di posti di lavoro. Da qui la richiesta di un patto territoriale per evitare la desertificazione industriale con la conseguente perdita di ulteriori posti di lavoro.