Quella di Giovedì 26 Ottobre è stata una giornata storica per la città di Brindisi: due sentenze, per due storie completamente diverse, che intrecciano passato, presente e anche il futuro di questa città.
Da un lato, la prima sentenza contro Enel, condannata a risarcire i contadini di Cerano per la dispersione delle polveri di carbone; dall’altro quella contro Bobo Aprile reo di essere sceso in piazza, da sindacalista, accanto a tanti disoccupati che, proprio a causa di quel modello di sviluppo imposto per anni alla città fatto di grandi industrie impattanti e scarse ricadute sul territorio, rivendicavano il diritto ad un posto di lavoro.
Gli arroganti dirigenti Enel, che insultavano i contadini, condannati a 9 mesi di reclusione per le polveri di carbone finite nelle campagne vicine alla Centrale Federico II di Cerano (e chissà se i risultati dell’indagine epidemiologica non ci confermeranno, come altri studi, che sono anche arrivate nelle nostre case e nei nostri corpi).
Bobo Aprile condannato a 10 mesi per aver sostenuto le lotte di centinaia di cittadini. Gli stessi cittadini che non solo hanno pagato (e stanno pagando!) il prezzo elevatissimo di un modello di sviluppo che oggi gli indicatori sociali ci raccontano fallimentare, ma che probabilmente, il danno e la beffa, sono anche i consumatori finali di quei prodotti coltivati per anni a Cerano.
Sono due vicende completamente diverse ma che dal nostro punto di vista devono tracciare il percorso su cui muoversi per l’immediato futuro e per il futuro dei nostri figli: continuare le lotte sacrosante per il lavoro e per un diverso modello di sviluppo della città e continuare a chiedere a gran voce ed in tutte le sedi di chiudere per sempre la stagione maledetta del carbone.
Per questo saremo sempre al fianco di Bobo Aprile e contro chi vuole continuare a devastare la nostra città le nostre vite e le vite dei nostri figli.
Brindisi Bene Comune