Una ventina di colpi dall’inizio dell’anno e modus operandi da contrabbandieri della peggiore Malbory city anni 90.
Altro che incensurati, come era emerso nelle scorse ore a seguito della scarcerazione con obbligo di dimora nei comuni di residenza. I 4 brindisini (ma ce ne sarebbero altri due stando alle prove emerse dalle indagini) della “banda dei bancomat” sarebbero un “commando” secondo i Carabinieri che attraverso il Nucleo informativo di Brindisi hanno diramato i dettagli dell’operazione “Cashpoint” condotta dalla compagnia di Osimo.
Cosimo Iurlaro, 41 anni, di Brindisi; Omar Bianco, 27 anni, Vincenzo Schiena, 38 anni, entrambi di Mesagne e Marco Santoro, di 25 anni, di Ostuni, sono risultati, invece, essere pluripregiudicati dediti alla criminalità e con modalità che ricordano fin troppo bene quelle della delinquenza legata al contrabbando anni 90 a Brindisi.
Auto rubata, una potentissima Audi RS6 da 130mila euro su cui avevano contraffatto il telaio, e blindature fino ai sedili per parare eventuali colpi d’arma da fuoco, chiodi a tre punte per le fughe e seminare gli inseguitori. All’occorrenza si rubava anche un escavatore per “sradicare” le casse continue di poste e banche.
Insomma, “un “commando” ben organizzato ed eterogeneo, i cui esponenti venivano reclutati all’occorrenza, e agiva secondo un preciso modus operandi: i malviventi preparavano a tavolino nei minimi particolari i colpi, gli obiettivi, le vie di fuga, le caratteristiche culturali e morfologiche del territorio, il tutto poi supportato da specifici sopralluoghi e da una base operativa che veniva utilizzata come “covo”, quasi sempre risultata un’abitazione affittata in nero nel comune di Porto Sant’Elpidio a Fermo” spiegano i Carabinieri.
Dall’inizio dell’anno avevano messo a segno una serie continua e spregiudicata di assalti a bancomat di filiali bancarie, uffici postali, casse continue di distributori di carburanti e gioiellerie nelle Regioni Marche, Puglia ed Emilia Romagna. Hanno colpito anche a Brindisi e Lecce. Sempre di notte, fra le 3 e le 3.30. Erano diventati un vero e proprio pericolo sociale.
Il primo colpo il 2 dicembre scorso a Polverigi in provincia di Ancona con la tecnica dell’esplosione alla banca Unicredit. Da allora sono state avviata le indagini in sinergia con la Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona, il P.M. Ruggiero Dicuonza, con la collaborazione, nelle fasi esecutive dei Reparti Operativi di Ancona e Macerata. Eclatante a Osimo, in località Padiglione, il 9 aprile scorso alla Banca Popolare di Ancona, la banda ha letteralmente sradicato l’apparato ATM.
L’ultimo il 25 settembre, ma ormai i militari Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno erano sulle loro tracce da 24 ore e li stavano per accerchiare.
La svolta, infatti, era avvenuta il 24 settembre dopo l’individuazione dell’appartamento e garage che avevano affittato in nero a Porto Sant’Elpidio, utilizzati dalla banda come “covo” e nascondiglio dell’Audi.
Monitorando per tutta la notte l’appartamento, gli investigatori sono risaliti all’identità dei 4 soggetti provenienti dalla Provincia di Brindisi, li hanno visti arrivare sulla fiammante Audi RS6 che dopo poco a tutta velocità sfrecciava in direzione Nord verso Ancona lungo la S.S. n.16 “Adriatica” dove a Monte Urano avevano in piano l’ennesimo, che si sarebbe rivelato l’ultimo, colpo.
I carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo aspettano che i malviventi entrino nel loro “covo” e fanno irruzione mettendo fine alla spregiudicatezza della banda.
Per loro il G.I.P. della Procura di Fermo ha disposto l’obbligo di dimora degli arrestati presso i comuni propria di residenza con l’obbligo di firma presso i rispetti Comandi Arma Carabinieri,