ASL/BR: ARRIVA LA DIFFIDA DEGLI OSS, E SI INTERPELLA LA PROCURA

Asl Brindisi

Sono 30 gli operatori socio sanitari che hanno firmato la diffida alla Asl di Brindisi e interessato la procura perché si faccia chiarezza sulle procedure di assunzione adottate. A Brindisi, l’azienda ha attualmente in servizio sessantasei oss, con contratto a tempo, per un massimo di 12 mesi.

Dopo ci dovrebbe essere la rotazione di tutti gli altri segnalati in graduatoria.

Ecco perché i sessantasei operatori hanno chiesto una proroga dei contratti sino a 36 mesi – la Asl ha già fatto così per altri 15 precari prima – perché questo darebbe loro la possibilità di maturare i tre anni di servizio, requisito necessario alla stabilizzazione (come appunto avvenuto per i 15, dopo quasi un decennio di precariato).

“Vogliamo – dice Ferruccio Alberani della FELDA – che la direzione adotti la stessa procedura per tutti, senza discriminazioni, così come è stato fatto a Lecce e Taranto, prorogando i contratti a tempo sino a tre anni di servizio e non 12 mesi, dopodicchè, man mano che si liberano posti, chiamare gli altri in elenco. Per la verità – sottolinea Alberani – i colleghi che non lavorano, potrebbero essere già chiamati visto il fabbisogno dell’Asl, che ha conteggiato una carenza di personale pari a 260 oss.” Una carenza che si fa sentire nelle corsie degli ospedali, a discapito dei pazienti e del personale sanitario. “Non di rado – dice Alberani – una volta somministrata la terapia, i pazienti vengono lasciati lì nei propri letti, senza poter essere accuditi come dovrebbero, proprio per carenza di personale. Né i familiari possono essere sempre presenti, così come gli infermieri che sono già insufficienti per garantire i livelli essenziali di assistenza.”

A Brindisi, l’Asl “preferisce – sostiene Dario Cagnazzo della FSI – affidare i compiti dell’operatore socio sanitario, a chi non può e non deve eseguirli, ovvero agli ausilairi che invece per legge non possono prendersi cura delle persone, ma garantire altre tipologie di servizi: la pulizia degli spazi, il trasporto di materiale, manutenzione del verde, i pazienti insomma non possono toccarli. Eppure molti degli ausiliari dipendenti di Sanità Service di Brindisi, la partecipata dell’azienda sanitaria, sono chiamati a svolgere mansioni che non competono loro e che l’Asl invece dovrebbe affidare agli operatori socio sanitari che non ha in numero sufficiente, per questo dovrebbe assumere, prorogando i contratti di chi è in servizio e chiamando chi è a casa.”.

“Il direttore generale – dichiara ancora Alberani – aveva promesso di stabilizzare man mano tutti, ma ancora non abbiamo garanzie in merito, se l’Asl non seguirà la procedura richiesta, alla luce anche delle indicazioni del direttore del dipartimento regionale della salute Giancarlo Ruscitti, siamo pronti anche ad un esposto in procura.”

Fonte SanitàSalento

 

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