I Carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica hanno tratto in arresto in ottemperanza all’”ordine di esecuzione per l’espiazione presso il domicilio delle pene detentive” emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi , Ufficio Esecuzioni Penali un 50enne del luogo. L’uomo deve espiare la pena di anni 1 mesi 2 e giorni 4 di reclusione per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza privata e minaccia. I reati verificatisi in ambito familiare, risalgono all’aprile del 2015 e sono stati commessi in Ceglie Messapica, nell’abitazione dell’arrestato e hanno avuto quale parte offesa la ex moglie di nazionalità tedesca. La donna qualche giorno prima del 21 aprile 2015 data dell’arresto del marito, aveva provveduto a denunciarlo rappresentando che da circa un anno era vittima di maltrattamenti e minacce di morte. L’episodio grave avveniva il 21 verso le ore 13:00 quando l’uomo infliggeva numerosi fendenti alla donna con una forbice da sartoria rinvenuta dai Carabinieri intrisa di sangue. La vittima a causa delle ferite veniva trasportata in ospedale, le motivazioni alla base del fatto erano le continue pressioni dell’uomo, finalizzate a conoscere dove si fosse recata la donna. Nella mattinata infatti l’aveva attesa alla fermata dell’autobus di ritorno da Taranto e dopo averla ingiuriata l’aveva seguita sino a casa dove una volta giunti la faceva cadere per terra e con dei cuscini tentava di soffocarla, non riuscendo nell’intento. Quindi con una forbice da sartoria la colpiva alla gola e alla testa nonché alla schiena e ai glutei con 15 fendenti. La donna per ripararsi si nascondeva sotto un tavolo da cui riusciva dopo diverse ore chiedendo aiuto ai vicini di casa che chiamavano i Carabinieri e l’ambulanza, il tutto dopo che il marito si era assopito sul letto. L’uomo per i fatti è stato condannato con il giudizio abbreviato alla pena di anni 3 di reclusione, dei quali ha già espiato una parte ristretto nella casa circondariale di Trani. L’arrestato espletate le formalità di rito è stato condotto nella sua abitazione in regime di detenzione domiciliare.