Ci sono tanti aspetti della vicenda che ha portato ai sei arresti eccellenti dei giorni scorsi che meritano un approfondimento. Gli episodi citati nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari sono agghiaccianti e descrivono il giudice Gianmarco Galiano come un uomo spietato, assetato di potere e di denaro. Ma anche un uomo scaltro e autorevole come lui non avrebbe potuto far molto se non avesse trovato la disponibilità di “stimati” professionisti che hanno venduto il loro ruolo per raggiungere risultati insperati, con enormi ritorni economici.
Tentare di fare chiarezza su quanto accaduto, pertanto, serve a liberare la Magistratura brindisina dal peso di chi ha fatto di tutto per infangare la categoria ed allo stesso tempo ad individuare ulteriori pericolosissime complicità.
Ecco perché risulta incomprensibile il silenzio della politica (a dire il vero, dopo la nostra denuncia abbiamo registrato i primi interventi) e, in particolare, di un Partito Democratico che avrebbe dovuto precipitarsi a denunciare questo malaffare ed a complimentarsi con i magistrati di Potenza che sono riusciti a portarlo alla luce. E invece niente. Proprio il PD è rimasto silente, dalla segreteria provinciale sino a giungere a quella regionale. Eppure era importante prendere ufficialmente le distanze da quel mondo, anche allo scopo di tutelare l’immagine di due ministri che nel Brindisino sono venuti per motivi diversi e che sono stati messi in condizione di incontrarsi con arrestati e indagati di questa triste vicenda giudiziaria.
Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli (che è anche vice segretaria nazionale del PD) l’estate scorsa si è fatta fotografare in atteggiamento amichevole con l’ing. Annalisa Formosi (la professionista è stata raggiunta da una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di questa inchiesta) in un elegante relais ostunese. Di lì a poco – pare proprio su indicazione del PD locale – l’avrebbe nominata rappresentante del suo Ministero nel comitato di direzione della Zes adriatica.
Il segretario del PD di Latiano Vincenzo Francioso, che risulta iscritto nel registro degli indagati, si fa fotografare sul palco con il ministro Francesco Boccia in piena campagna elettorale amministrativa.
Ovviamente sia la De Micheli che Boccia erano all’oscuro del ruolo svolto dalla Formosi e da Francioso e delle “combine” in cui erano coinvolti. Ma proprio per questo il PD locale avrebbe dovuto immediatamente prendere posizione. E invece non lo ha fatto!
E non ha detto una sola parola di censura neanche nei confronti del Consorzio Asi dove nel dicembre del 2019 si è provveduto a rinnovare un incarico di consulenza al commercialista Oreste Pepe Milizia, retribuendolo con 30.000 euro per nove mesi di lavoro. E dire che dei rapporti tra Pepe Milizia, il magistrato Galiano e l’imprenditore Massimo Bianco se ne parlava da tempo, così come dal 2017 si sapeva che la Guardia di Finanza aveva perquisito anche i muri dello studio professionale dello stesso Pepe Milizia in quanto coinvolto in una inchiesta riguardante ciò che avveniva nella sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi. E dire che il PD è al governo della Regione Puglia (che ha competenza diretta sui consorzi Asi), della Provincia di Brindisi e del Comune capoluogo (questi ultimi due enti soci del Consorzio Asi). Il Presidente dell’Asi di Brindisi Mimmo Bianco (completamente estraneo alla vicenda giudiziaria) ha ritenuto a dicembre del 2019 di servirsi ancora di un consulente così ingombrante e nessuno ha battuto ciglio!
Pepe Milizia e la Formosi adesso sono agli arresti. Ma forse sarebbe un bel segnale se il Consorzio Asi dichiarasse ufficialmente che con questo professionista non ha più nulla a che fare e che quella del 22 gennaio scorso è stata la sua ultima “uscita” pubblica in rappresentanza dello stesso Consorzio. E la ministra De Micheli farebbe bene ad ufficializzare la revoca dell’ing. Formosi dal prestigioso incarico professionale per la Zes.
Ma al momento, di tutto questo, purtroppo non c’è traccia.