Denunce su denunce, esposti, analisi di campioni di acqua raccolti dai carabinieri del Nas di Taranto in attesa dei risultati, ma la situazione non accenna a sbloccarsi, ne tanto meno l’azienda sanitaria prende una posizione. Ed è questa la cosa più grave, questo colpevole silenzio da parte della direzione.
Di cosa stiamo parlando? Della vicenda “acqua gialla” che sgorga dai rubinetti dei reparti, servizi igienici e sale operatorie dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi ormai da mesi.
Ricostruiamo le tappe, lo abbiamo fatto già qualche giorno fa nell’articolo dell’11 gennaio scorso quando, sempre nulla di ufficiale, i carabinieri del Nucleo Anti-Sofisticazione del comando di Taranto avrebbero messo piede nel nosocomio per raccoglie campioni di acqua dei quali si attende il responso delle analisi.
La prima denuncia pubblicata dalla testate Brindisitime risale al 20 dicembre dello scorso anno, ma i commenti dei lettori chiariscono bene, e sono tutti ancora on line, che il problema si era presentato settimane, se non mesi prima, e le segnalazioni alla direzione erano già state fatte da pazienti e personale. Ma non avendo sortito l’effetto sperato, ancora una volta si è ricorsi all’aiuto degli organi di informazione per amplificare la denuncia.
Ma niente, nessuna spiegazione dalla Asl/Br, nessuna dichiarazione ufficiale dello stato delle cose.
Dopo una settimana BrindisiTime ha ripreso la questione puntando l’attenzione appunto sull’assordante silenzio dell’azienda sanitaria.
Tra le due denunce l’intervento dell’ex consigliera di Noi Centro, Stefania Martucci il 22 dicembre.
Ma ancora silenzio.
Poi la denuncia-esposto di Noi Centro e Brindisi Prima di Tutto al Nas di Taranto e l’11 gennaio arrivano i Nas, Brindisitime, con l’obbligo del condizionale, perché non v’era e non v’è alcuna conferma ufficiale, lo racconta.
Ma quelle acque, torbide, che sembrava si stessero smuovendo, oggi, continuano a sgorgare dai rubinetti dell’ospedale “eccellenza” sanitaria del Salento.
Carmen Vesco
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