Ecco la nota di Stefano Alparone (Movimento Cinque Stelle):
Lo avevamo detto che il parere negativo espresso dalla Sindaca per il rilascio dell’AIA per la centrale a carbone più inquinante d’Italia e tra le prime in Europa non era altro che una farsa, viste anche le irrisorie richieste avanzate in merito alla diminuzione delle emissioni.
Oggi ne abbiamo la conferma. Attendiamo ancora dall’8 febbraio che la Sindaca riferisca in capigruppo, così come da lei dichiarato, in merito all’incontro di Roma, ma anche qui abbiamo da tempo compreso il personalissimo senso che il primo cittadino da al concetto di confronto.
Oggi, in base a quanto dichiarato dalla Sindaca, è facile dedurre che l’incontro con Enel non è stato altro – al netto delle dichiarazioni di rito sull’attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini – che l’occasione per chiedere la questua al colosso energetico che da anni ha fatto di Brindisi una sorta di colonia interna. Nessuna novità dunque rispetto al passato, anche questa Amministrazione dichiara la sua subalternità sperando che Enel elargisca un po’ di soldi, con buona pace dei dati sanitari ed ambientali che indicano Brindisi come una realtà fortemente compromessa.
Dovrebbero far riflettere e molto le dichiarazioni della Sindaca che da una parte dice che l’Amministrazione ha intenzione di far si che l’Enel si impegni all’utilizzo delle migliori tecnologie sul mercato e poi parla di filtri a manica che di certo non possono essere annoverati fra le nuove Bat (migliori tecnologie disponibili). Crediamo sia sufficiente questo, senza addentrarci troppo sull’irrisoria e generica richiesta di diminuzione di 100 tonnellate annue delle emissioni massiche, per comprendere quanto sia impensabile che questa Amministrazione possa sedersi a questi tavoli con autorevolezza e senza il cappello in mano. Non sarà certo questa Amministrazione in grado di aprire e gestire quella fase di confronto in cui al centro ci sia la dismissione della Centrale di Cerano, cosa che a scanso di equivoci, piaccia o no, sarà comunque determinata dal mercato.