La notizia che il sindaco di Brindisi abbia l’ intenzione, o forse l’ambizione, a ricandidarsi per ricoprire l’incarico anche per i prossimi cinque anni, mi ha procurato grande disagio e preoccupazione per il futuro della città, perchè temo che possa replicarsi la sofferenza di questi ultimi cinque anni caratterizzati da un’attività di governo della città che si è dimostrata indolente, sorda, opaca, incline ad impantanarsi nelle palude delle piccole emergenze, dell’immobilismo progettuale, totalmente incapace di collocare la politica là dove c’erano e ci sono sono i reali problemi dei cittadini e della città, di realizzare un reale disegno di sviluppo, che guardando all’oggi, prepara un domani migliore.
E’ evidente a tutti che ci troviamo di fronte a un disastro mai verificatosi nella nostra città. La cosa più sconfortante è che in questi anni difficili è venuto a mancare, non c’è mai stato e non c’è, un punto di riferimento forte all’interno dell’amministrazione e della classe politica di maggioranza della città su cui guardare con fiducia, su cui poter fare affidamento per orientarsi e tentare di risolvere, tutti insieme, i tanti problemi esistenti.
In questa città non si è riusciti a dare vigore e concretezza al progetto programmatico con cui il sindaco aveva presentato la sua candidatura accantonato da sempre ai magini dei loro pensieri e della loro attività, evidenziato dal livello sconfortante di azione ed elaborazione politica, di partecipazione, di dibattito, di organizzazione, che li ha tenuti lontani dalla gente, dalla città, dai loro bisogni, come testimoniano gli sporadici contatti che ha saputo mantenere con i cittadini, le organizzazioni sindacali, le associazioni, coltivati solo in occasione delle elezioni o ridotti ad inutili, improduttivi riti.
Una classe politica di maggioranza che è stata totalmente incapace di cogliere ed elaborare una risposta nuova alla pressante richiesta di cambiamento, che proveniva e proviene della gran parte dei cittadini, che pure doveva caratterizzare l’impegno del sindaco e della sua maggioranza per dare dignità e spessore al proprio ruolo.
A tutto questo si aggiunge l’attività sconfortante di un sindaco che ha pensato di legare il destino e gli interessi della popolazione brindisina ai propri umori, alla propria irruenza e pensato e ha voluto e vuole far credere che la vita, lo sviluppo, la sicurezza di questa città possano essere decisi da una sua illusione, da una sua trovata, da una sagra, da una manifestazione in più.
Bisogna dirlo con estrema franchezza, senza giri di parole, a Brindisi non ha funzionato la cabina di comando della città, che con la sua inadeguatezza, ha travolto e contaminato tutto, aggravando i problemi di una città, che ha perso da tempo ogni fiducia nel suo futuro.
Le emergenze sono diventate infatti ormai tanto pesanti da travolgere le condizioni di vita e la tranquillità di una popolazione, che ormai vive momenti di angoscia per la disoccupazione diffusa, la povertà crescente, la chiusura di aziende, la cassa integrazione, la mancanza cronica di posti di lavoro, il cattivo funzionamento dei servizi, la tassazione esagerata, i pesanti e insostenibili problemi di traffico e di parcheggio, l’ambiente, la sicurezza, la desertificazione del centro storico, le condizioni pietose di tante strade cittadine, il fallimento della raccolta differenziata, i tanti rifiuti abbandonati ad ogni angolo della città rispetto ai quali si sono dimostrati, al di là delle ricorrenti e fastidiose fantasie, assolutamente inadeguati ed impotenti.
Una situazione che credo richieda , almeno per una volta, da parte del sindaco e della sua maggioranza comunale, un atto di responsabilità, di considerazione e di amore per la popolazione brindisina, recuperando il senso del limite, rispetto al quale è necessario comprendere di non andare oltre, di non intestardirsi a tentare di prolungare la sofferenza della città.
Io credo che quel limite sia stato raggiunto da tempo. Occorre solo recuparare, ammesso che ne siano in grado, il coraggio della presa d’atto di un fallimento politico, che è evidente nelle cose e nei fatti, perché le preoccupazioni che scuotono il sindaco e la sua maggioranza sono la conseguenza del fallimento di un progetto di città che non è mai decollato. Un progetto che vive solo nella mente di chi, dopo aver evocato, nel programma di mandato un indefinito percorso e una illusoria e inesistente metà finale, ha trascinato stancamente la politica di tutti i giorni, agitando continuamente quella illusione.
E’ tempo, per il sindaco e per la sua maggioranza di fare la loro prima ed unica buona azione per la città mettendosi da parte, liberando la città con un dignitoso passo indietro, nella speranza, che altri meglio e speriamo più capaci, all’altezza del ruolo e dei bisogni dei cittadini, possono farlo in modo più adeguato. Anche perchè peggio di così non credo che si possa fare.
Con tanti ringraziamenti da parte di tutti.
Vincenzo Albano