Come diceva un mio professore, citando un filosofo, “ la democrazia sta più nelle orecchie che nella bocca”
Per questo è necessario per un Sindaco fare appello ai saperi dei cittadini, ascoltare i loro bisogni, le loro visioni, evitando irrigidimenti e atteggiamenti che indicano un palese fastidio di intromissione, della serie “ non disturbate il manovratore” dando risposte tempestive e coerenti alle richieste di chiarimenti da parte dei cittadini, saper tornare sulle proprie decisioni quando serve, quando è necessario, come in questa circostanza.
I cittadini non sono un intralcio sul percorso democratico, ne sono anzi il motore, la ragione. Perchè il fatto di aver ricevuto la delega di Sindaco, che legittima il mandato, oltre a non essere un investimento divino, non preclude la partecipazione dei cittadini, l’ascolto, il dibattito.
Soprattutto quando si devono prendere decisioni importanti che hanno a che fare in modo sostanziale con la vita dei cittadini, con il loro diritto alla salute e alla qualità della vita.
Altrimenti saremmo in un mondo diverso da quello democratico.
La costruzione di quel deposito di gas liquido su costa Morena, a due passi dalla città, che forse potremmo chiamare semplicemente rigassificatore, è da ascrivere in quella fattispecie di argomenti sensibili sul futuro della città e sulla vita dei cittadini, che sono stati estraniati da qualsiasi informazione e partecipazioni alle decisioni che sono state elaborate nello spazio vuoto della sala giunta del comune.
La città da diverso tempo è in fermento, non accetta più decisioni dall’alto. Vuole vivere idee nuove, che producono opportunità, sviluppo, conoscenza, cultura, lontane da quelle distruttive del passato, da quei tentativi di disinformazione, confusione e manipolazione ,che sembrano voler ritornare con le stesse idee distruttive e con gli stessi uomini del passato.
Essere dentro questo fermento , percepirlo, decifrarlo, rispettarlo non significa, a mio avviso, perdere autorevolezza. Anzi significa interpretare la propria funzione, il proprio ruolo. Per questo occorre voltare pagina, concedere massima apertuta e attenzione nei confronti di chi spende il suo tempo per il bene comune, anche fuori delle istituzioni.
Che sono semplicemente i cittadini attivi e responsabili che non chiudono gli occhi e le orecchie solo per compiacere al potente di turno e agli interessi di qualcuno.
Quello che si vuol realizzare a costa Morena, a due passi dalla cità, è un impianto classificato ad alto rischio di incidente rilevante collocato in un’area già interessata da altri impianti con lo stesso livello di pericolosità.a ridosso dello scalo intermodale che rende problematico lo sviluppo e la polifuzionalità dell’attività portuale.
Certamente è necessario per le tante perplessità sull ‘ effettivo progetto di insediamento del Bidone, che l’azienda venga a Brindisi a chiarire l’effettiva portata dell’insediamento, senza ricorrere alla solita montagna di fotocopie come si è abitualmente si fa in queste occasioni. Ma al momento opportumo, c’è il suo tempo.
Adesso è il momento del sindaco di precisare in Consiglio comunale e ai cittadini, in modo semplice, senza sprecare parole inutili, i motivi della sua idea, della sua decisione sull’insediamento , di spiegare le motivazioni che lo hanno determinato, appena insediato, ad accettarlo senza alcuna remora, o limitazione. Quasi al buio.
Del resto cosa aspettarsi di diverso dal passato. Tutto coerente con quei disastri.
La notra città ha bisogno di risolvere con urgenza gravi e strutturali problemi che incidono sul suo sviluppo e sulla qualità della vita che hanno generato disoccupazione, inquinamento, degrado, povertà, emarginazione sociale, disservizi e tant’ altro di cui non è semplice farne un elenco.
Più che le tante fantasie, che vengono propinate a giorni alterni dall’amministrazione, valgono gli atti, le scelte, le assunzioni di responsabilità, vale la sostanza. E non credo che si stia percorrendo la strada giusta,
Diversamente da quanto pensa il sindaco e qualcuno all’interno della amministrazione comunale, non c’è un passato da ripercorrere o riproporre, non abbiamo un luogo in cui tornare, c’è invece una nuova storia che i cittadini vogliono vivere e percorrere, nel cammino della città verso un futuro, che certamente non può essere costruito non avendo cognizione alcuna del presente e dei cittadini.
Siamo proprio messi male.
Vincenzo Albano