DIFFERIMENTO PAGAMENTO TA.RI.
Il copione è quello solito.
Come già avvenuto negli anni scorsi, anche quest’anno molti cittadini non hanno ancora ricevuto gli avvisi di pagamento della ta.ri. ( tassa sui rifiuti ) relativi all’anno 2023, la cui prima rata doveva essere pagata entro il 30 giugno 2023.
Alcuni li hanno ricevuti il 1° luglio quando il termine di pagamento era ormai scaduto.
Non costituisce certamente una novità per questa amministrazione, che della consegna in ritardo degli avvisi di pagamento della ta.ri. ne ha fatto quasi una elaborazione scentifica.
Temo che questa storia possa esporre i cittadini, che sono in attesa del ricevimento degli avvisi, ma anche quelli chè l’hanno ricevuto dopo la scadenza del termine di pagamento della prima rata, all’applicazione indiscriminata della sanzione per ritardato pagamento, che li costringerebbe ad un fastidioso contenzioso del quale non ne sentono il bisogno, perché vogliono pagare, senza affanno e senza problemi, possibilmente, ma questa è un’illusione, una tariffa inferiore a quella attuale, commisurata alla propria produzione di rifiuti indifferenziati.
Considerato che la ta. ri. è una tassa che viene fissata annualmente e che non si paga in autoliquidazione, non avendo idea su quando verrano effettivamente consegnati a tutti i cittadini, gli avvisi di pagamento, credo che l’Amministrazione Comunale per evitare fastidiosi contenziosi, ma anche gli effetti dolorosi di una eventuale calca presso gli uffici del settore tributi del comune o degli uffici postali o delle banche , come segno di considerazione delle difficoltà alle quali possono essere esposti i cittadini per questo ritardo, debba differire adeguatamente il pagamento della rata del 30 giugno 2023, per dare modo di poter assolvere al proprio impegno con tranquillità.
Non credo che si possa scaricare sui cittadini la responsabilità derivanti dal ritardo maturato nella consegna degli avvisi , come potrebbe avvenire.
Non fosse altro che per una questione di giustizia, per non aggiungere al grave disagio economico dovuto all’entità esagerata della tassa, quello dello stress psicofisico.
Vincenzo Albano