E’ naturale che un Sindaco, consapevole delle proprie responsabilità, avverta periodicamente il dovere di ripercorrere il tracciato della sua attività amministrativa, per comunicare alla città e ai cittadini i risultati conseguiti, quanto fatto, quanto non fatto, le difficoltà, gli impedimenti.
Come è necessariochesi faccia in democrazia, perchè è un loro diritto.
Anche se comprendo che per il sindaco sia quantomeno faticoso, forse anche imbarazzante, rievocare la via crucis delle tante inefficienze e latitanze su decisioni importanti per la città da parte della sua inconsistente e inadeguata maggioranza, che non credo sia ancora riuscita a comprendere il senso e l’importanza dell’impegno che è chiamata a svolgere.
Incapaci di portare la politica e l’azione amministrativa là dove ci sono i reali problemi e bisogni dei cittadini.
Proprio per tentare di nascondere il fallimento della loro gestione amministrativa e distogliere l’attenzione dei cittadini sullo stato di sofferenza della città, per cercare di convincerli che tutto va bene, hanno provveduto a soffocare la città con soliti e ricorrenti messaggi di efficienza e compattezza della loro compagine di governo della città.
Non dimenticando, come sempre, di promettere, evocando con i mille fumosi progetti che si intenderebbe mettere in campo, la visione rassicurante di una città, che effettivamente non c’è e non ci sarà.
Il sindaco sa benissimo che non c’è tempo da perdere, bisogna fare in fretta, perchè è pericoloso lasciare alla gente il tempo di riflettere sullo stato di sofferenza della città, perché si monta la testa, si mette a ragionare sulle emergenze mai risolte, sul lavoro che manca, sull’esagerato livello di disoccupazione e di cassa integrazione, sull’invecchiamento della popolazione, sui tantissimi giovani costretti a cercare di costruire altrove un futuro e un progetto di vita che viene negato in questa città, sulla crescente povertà, sull’ambiente, sul decoro urbano, sulla gestione deficitaria delle società partecipate, sulla crisi del commercio, sulla sofferenza della mobilità urbana, sulla mancanza cronica di parcheggi, sull’esagerato volume di traffico parassita, sull’inquinamento, sulla carente pulizia, sui rifiuti, sulla tassazione comunale esagerata, sulla sicurezza delle strade, sulla desertificazione del centro storico, sul degrado della periferie, sulla crisi del commercio, sul degrado cittadino, sulla carenza e inefficienza dei servizi, sull’esercizio costantemente provvisorio dell’interesse pubblico, sulla vivibilità di una città che appare in ginocchio, rassegnata al proprio mortificante destino.
Ma bisogna far presto anche perché nei cittadini si sta diffondendo il convincimento, che la fine anticipata di questa esperienza possa essere percepita come liberazione.
Credo che questa sia giunto il momento per il sindaco di riflettere sul suo progetto di città che non c’è e che non c’è mai stato, di cambiare decisamente passo, di uscire dall’isolamento e impermiabilità delle proprie convinzioni, delle decisioni che non hanno portato da nessuna parte, che non hanno prodotto alcun risultato utile, che ci hanno trascinato sempre più in basso, attivando finalmente, come promesso nel suo programma di mandato, un percorso di dialogo, di ascolto e di confronto con la città, con i cittadini, con le forze progressiste, le associazioni, alla ricerca di idee, di proposte, di sintonie e collaborazioni per elaborare un progetto che sappia guardare oltre, che abbia la forza e capacità di farci uscire dal pantano in cui siamo intrappolati.
Altrimenti non rimane che dare significato e sostanza a quello spirito di servizio, di altruismo, di amore per la città, cui ha più volte fatto riferimento anche in campagna elettorale, liberando la città e i cittadini da questo stato di grave sofferenza, mettendosi da parte, come ha gia fatto in passato.
Perchè non ha alcun senso rimanere a difesa del nulla. Vincenzo Albano