La crisi economica che assilla da troppi anni la nostra città, sta corrodendo la vita di un numero sempre crescente di persone, di famiglie, di imprese, che si trovano ad agire in un contesto sempre più difficile.
Ce lo dicono con tutta evidenza gli indicatori economici della nostra città, che evidenziano un mercato del lavoro in affanno, che offre sempre meno opportunità per chi cerca lavoro, che ha determinato un calo pauroso dell’occupazione, un numero crescente di lavoratori messi in mobilità o passati dal precariato al nulla, privi di reali prospettive future. Ma soprattutto ce lo dice la quotidianità della vita di tutti i giorni.
Una crisi che non ha risparmiato alcun comparto. Dopo aver colpito i gruppi sociali più deboli, si è estesa rapidamente al ceto medio penalizzato anch’esso da un reddito diventato sempre più inconsistente rispetto al costo della vita.
Molte sono infatti le persone, le famiglie che faticano a pagare l’affitto, le bollette, il mutuo, la ta.ri, che per alimentarsi hanno a disposizione somme irrisorie , che non riescono a far fronte alle necessità della vita.
Una situazione difficile che ha costretto un sempre maggior numero di persone e famiglie a rivolgersi ai servizi sociali del comune, ma anche alla Caritas e alle associazioni di volontariato, per poter sopravvivere.
Molto può fare il governo per contrastare la crisi e alimentare la ripresa, agendo sui tanti versanti che influenzano il reddito ed il suo potere di acquisto ( tasse, tariffe, esenzioni, incentivi, investimenti, ecc.)
Ma molto possono fare ed hanno fatto molti enti locali mettendo in campo diverse iniziative per intercettare le situazioni di difficoltà dei propri cittadini, rinforzando le reti di protezione e di sostegno sociale, ma anche e principalmente con una valida azione di sostegno del reddito, attivando forme di flessibilità della pressione tributaria locale, con un sistema articolato di riduzioni ed di esenzioni correlate alle condizioni economiche delle famiglie.
In quest’ultimo contesto il DL 138/2011 fa riferimento ad un sistema di progressività dell’addizionale comunale irpef, collegando la percentuale del prelievo alle condizioni economiche dei cittadini.
Una indicazione che il comune di Brindisi ha superato sin dall’inizio applicando l’aliquota massima dell’ 8 per mille per tutti, prescindendo dal reddito, fissando il livello di esenzione della tassazione per redditi fino a 10.000 euro.
Molti comuni, mostrando nei fatti una sensibilità diversa dal nostro nei confronti dei cittadini, hanno tempestivamnte provveduto ad adeguare il livello di esenzione dal pagamento dell’addizionale comunale irpef all’aumento del costo della vita.
A Brindisi tutto è rimasto ferno. Niente è stato modificato, nonostante i segnali di grande disagio che venivano trasmesse dai cittadini.
In questa situazione di difficoltà economica, l’Amministrazione comunale di Brindisi, recuperando le risorse mettendo mano agli sprechi esistenti in bilancio, potrebbe adeguarsi a quanto hanno fatto i comuni di Bari e Taranto esentando dal pagamento dell’addizionale irpef i cittadini con reddito fino a 15.000 euro, che comprende tutti i cittadini in stato di povertà assoluta e relativa .
Ma anche come hanno fatto tantissimi altri comuni italiani che sono arrivati persino ad elevare la quota di esenzione a 23.000 euro, alcuni dei quali come Lecce l’hanno elevata a 28000 per le famiglie nel cui nucleo familiare è compreso un disabile con assegno di accompagnamento.
Ma l’obiettivo rimane sempre quello di commisurare l’entità del tributo alle effettive capacità economiche dei cittadini, articolando in misura progressiva l’aliquota da applicare al reddito per la determinazione della tassazione dell’addizionale irpef, confermando la tassazione dell’8 per mille solo per i redditi superiori ai 75.000 euro.
Credo che anche su questo terreno si possa misurare la capacità del Sindaco e della sua maggioranza politica di poter reggere il peso della propria responsabilità, uscendo dal letargo con provvedimenti concreti, che sappiano andare al di là delle visioni, delle tante dichiarazioni, delle promesse di attenzione, ripristinando da subito il principio di equità e di giustizia sociale, attraverso un’equa distribuzione del carico tributario dei cittadini, come previsto dall’ art 53 della costituzione.
Vincenzo Albano