Come solitamente avviene quando Aeroporti di Puglia presenta il bilancio dell’attività di un mese degli aeroporti della regione, i toni sono sempre trionfalistici. Il primo dato che viene illustrato è quello complessivo da cui si desume, nel caso attuale, che ad agosto si è registrato complessivamente un aumento di passeggeri del 13,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con più di un milione e duecentomila passeggeri. In realtà, bisogna arrivare un po’ più in fondo per scopire che Bari è cresciuto del 16,5%, mentre Brindisi solo del 6,6%. Il che significa che progressivamente il divario tra lo scalo barese e quello del Salento continua ad aumentare.
E questa volta Aeroporti di Puglia non mostra il fianco alle critiche in riferimento ai voli internazionali, citando per agosto un aumento-record del 22,1% in più rispetto al 2023, anche se il dato riguarda complessivamente gli scali di Bari e del Salento.
Per capire quanto si punti sullo scalo del capoluogo di regione per i collegamenti oltre confine basta considerare il dato complessivo dei primi otto mesi da cui si evince che Brindisi fa registrare un aumento del 7,3%, mentre Bari del 19,1%. Ha più appeal l’aeroporto barese? La realtà è che la maggior parte dei collegamenti internazionali più appetibili fa scalo a Bari e non a Brindisi, nonostante il Salento sia un incredibile veicolo attrattivo di turisti che molte volte sono costretti ad atterrare nel capoluogo pugliese per poi raggiungere con mezzi su gomma o in treno le mete salentine.
Insomma, i nostri dubbi erano e restano fondati, visto che le politiche portate avanti da chi guida gli scali della nostra regione propendono per un’ulteriore crescita del Karol Woityla, a discapito di Brindisi e del Salento. E purtroppo non è tutto. Aspettiamoci il taglio di collegamenti che puntualmente minaccia il nostro aeroporto ad ogni stagione autunnale. E, come al solito, cerchiamo di farci trovare impreparati, come purtroppo è consuetudine ormai da anni.