C. Ves.
La struttura ricettiva che ha, questa mattina, subito il provvedimento di sospensione dell’erogazione dell’acqua utilizzata per la preparazione dei pasti e lavaggio delle stoviglie era stata autorizzata per l’accoglienza migranti, peccato che non avesse né l’allaccio alla rete idrica né fognaria dell’Acquedotto Pugliese.
Si tratta ancora una volta de “Lo Spagnulo”, struttura già balzata ai “disonori” della cronaca per la denuncia-esposto dell’avv. Massimo Ciullo alla Procura della Repubblica per le condizioni disumane in cui i migranti vivevano in questi centri di prima accoglienza che portò alla luce un collegamento tra gli indagati dell’inchiesta “Hydra” (tangenti ed escort in cambio di appalti sui rifiuti nei comuni di Torchiarolo e Villa Castelli) e appunto gli amministratori di Ati Agh resort, gestore, dallo scorso maggio, dei centri di accoglienza per gli immigrati. Pochi giorni dopo la Prefettura di Brindisi risolse il contratto con questi.
Tornando ad oggi, invece, probabilmente l’acqua per cucinare i pasti e lavare le stoviglie e quella dei servizi igienici veniva da un pozzo artesiano, data anche l’ubicazione della struttura in aperta campagna in agro di Ostuni. Una zona dove è possibile non arrivino tronchi di rete dell’Aqp. Ma ci sono, e ci sarebbero altresì ed è quello che ora l’Asl attende che la proprietà dimostri di fare, metodi per potabilizzare l’acqua dei pozzi artesiani per esempio, o il ricorso a silos certificati per il trasporto di liquidi alimentari, dunque anche acqua, o ancora l’affidarsi a servizi di mensa attraverso il catering.
Invece, una dettagliata relazione scritta dai dottori dal dipartimento del Sian di Ostuni (servizio igiene, alimenti e nutrizione dell’Asl) attesta che l’acqua con cui si preparavano i pranzi e le cene ai migranti non era potabile ed è sulla base di questa relazione che i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Taranto e del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce hanno sospeso l’erogazione dell’acqua fino a che la struttura non si adeguerà alle norme igienico sanitarie.
Ma resta da chiarire, e questo sarà compito degli inquirenti, chi abbia autorizzato l’agibilità di questa struttura ricettiva.