Una gravidanza contraddistinta da qualche problema e poi i segnali evidenti di un parto imminente dopo soli sei mesi. E’ accaduto sabato scorso a Ceglie Messapica ed è stato inevitabile chiamare un’ambulanza del 118.
Il primo gravissimo problema è che il reparto di ostetricia dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana è distante solo 15 chilometri ma è chiuso da mesi nonostante le proteste di intere comunità cittadine. L’autista del mezzo di soccorso, pertanto, comincia a correre verso il Perrino di Brindisi, distante 39 chilometri, ma la partoriente davvero non ce la fa più e quindi il bambino è nato proprio in ambulanza prima dell’arrivo a Brindisi. Essendo venuto alla luce con tanto anticipo rispetto al termine naturale della gestazione è chiaro anche ai soccorritori che quel bimbo va immediatamente stabilizzato. Lo fanno i medici del Perrino, ma il nascituro ha bisogno di una unità di terapia intensiva neonatale e proprio al Perrino fino a qualche anno fa l’Utin era un fiore all’occhiello. E invece adesso si possono accettare bimbi nati solo dopo 34 settimane e quindi è obbligatorio il trasferimento al Vito Fazzi di Lecce dove il piccolino giunge in gravi condizioni, tanto da non consentire alcuna previsione sulla sua vita. Al suo fianco avrà quanto prima la sua mamma che fortunatamente sta bene e potrà sperare in un miracolo.
Resta l’amarezza di una sanità pubblica che ormai fa acqua da tutte le parti, tra reparti chiusi ed altri ridimensionati.