Verso il 25 aprile, ottantesimo anniversario della Liberazione. A Brindisi mercoledì 23 aprile, alle ore 17, nella sala Gino Strada di Palazzo Nervegna, “Dateci i pantaloni! – la Resistenza delle donne”, con Elisabetta Aloia e Marinella Dipalma. Evento organizzato dalla sezione “Vincenzo Gigante” di Anpi Brindisi, Spi Cgil Brindisi e Auser territoriale Brindisi. Con il patrocinio del Comune di Brindisi. Ingresso gratuito.
Drammaturgia e regia di Elisabetta Aloia. Ricerca vocale di Marinella Dipalma, con il patrocinio gratuito del Comune di Brindisi.
Una storia che intreccia le vite di donne partigiane, partendo dalla quotidianità e dalla concretezza delle loro azioni. Una storia che parla di libertà, di amore per la vita, di voglia di riscatto per il proprio sentire, di ribellione verso un ruolo della donna imposto da chi è al potere, che parla di donne combattenti, coraggiose, che troppo spesso la storia stessa ha cercato di mettere a tacere, cancellare e sminuire. L’8 settembre del 1943 viene proclamato l’armistizio e comincia così la guerra di liberazione dal Nazifascismo. Il giorno dopo a Roma nasce il CLN, Comitato di Liberazione Nazionale. Nascono anche i gruppi di difesa delle donne in cui le partigiane svolgono i ruoli più disparati: infermiere, portaordini, informatrici, staffette. Alcune di loro imbracceranno le armi fino ad assumere ruoli di comando. Le donne prendono consapevolezza di essere necessarie, indispensabili. Nasce in loro il sentimento di ribellione contro le molte esclusioni subite durante il fascismo, contro un regime che le vuole ingabbiate nel ruolo di madri e mogli, senza il diritto di avere un peso politico. Senza alcun diritto di voto. Sono pronte a rischiare tutto, a volte a pagare un prezzo molto più altro degli uomini, per la libertà, parola che qui assume una forza straordinaria: libertà dall’oppressore, dall’ingiustizia e dai soprusi della guerra, libertà e lotta per i diritti delle donne. L’emancipazione femminile comincia a diventare un vero e proprio sentimento di riscatto. E senza le donne probabilmente la resistenza non ci sarebbe stata, o per lo meno non come ci viene raccontata. In questo progetto ci sono due tessiture che si intrecciano, una fatta di parole vissute, l’altra di canti che cullano, sostengono e accompagnano le parole rendendole ancora più incisive. Le donne cantano da sempre, per far addormentare i propri figli, per accompagnare il proprio lavoro, per manifestare il proprio pensiero. Il canto è una preghiera, è un dare la voce al proprio cuore quando le parole da sole sembrano non bastare o non essere ascoltate. Il progetto nasce da un’idea di Elisabetta Aloia che ne cura anche il testo e la regia, e Marinella Dipalma cura la tessitura vocale con la sua appassionata ricerca musicale.