CLAMOROSA FIGURACCIA: TOLTE LE CHIAVI DEL “DI GIULIO” A LUCA DI GIULIO. E NEL FRATTEMPO IL MAP ASPETTA INVANO UNA SEDE…

Clamorosa figuraccia dell’Amministrazione Comunale in tema di gestione del patrimonio pubblico. Come è noto, su iniziativa dell’assessore alle Attività Produttive Raffaele De Maria, gli uffici avevano consegnato le chiavi del Cinema Di Giulio (venduto al Comune dalla famiglia Di Giulio durante l’Amministrazione-Antonino) a Luca Di Giulio per poter realizzare una mostra di opere d’arte nel foyer del vecchio cinema. Il tutto, rigorosamente senza uno straccio di delibera, né di autorizzazione rilasciata dagli uffici competenti. Sulla base di questo accordo “sulla parola”, quindi, Luca Di Giulio ha cominciato a realizzare lavori in economia per poter rendere presentabile la struttura ed ha pensato bene anche di pubblicizzare ai sette venti la sua iniziativa. Ma qualcuno a Palazzo di Città ieri sera è intervenuto con decisione: il Di Giulio è certamente inagibile in quanto in uno stato di abbandono ormai da decenni. E l’impianto elettrico, così come quello idraulico, non è a norma. Ed allora, sulla base di quale presupposto un privato (peraltro figlio del proprietario della struttura venduta al Comune…) esegue lavori in una struttura pubblica senza averla ricevuta in comodato? E sulla base di quale criterio è stato scelto Di Giulio invece di tantissimi altri richiedenti di strutture pubbliche?

E qualcuno, a Palazzo di Città, ricorda che c’è il MAP (Museo dell’arte presente) che non ha più una sede nonostante il grido di dolore più volte lanciato dal prof. Massimo Guastella? Sulla base di quale valenza artistica si è scelto di privilegiare la mostra di Luca di Giulio al posto del MAP o di altre iniziative simili?

Dopo questa incredibile gaffe, pertanto, la politica si interroghi e decida, una volta per tutte, cosa farne di questa struttura. Negli anni è stato proposto di tutto: da garage multipiano a galleria di negozi, a contenitore culturale. Bisogna intraprendere una strada e intercettare i finanziamenti necessari a ristrutturare l’ex cinema per donarlo alla città, magari con una funzione multiuso, possibilmente in campo culturale ed artistico.

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