CAMPO, IDEA PER BRINDISI, SU VASCA COLMATA: “SINDACO, TUTTE LE INFRASTRUTTURE SONO COLLEGATE. E’ BENE RIFLETTERE SU UN PROGETTO COMUNE”

Sembrerebbe non meravigliarsi il Sindaco Rossi se anche fosse il Santo Padre a formulare considerazioni di merito riguardo alla recente e tanta chiacchierata vicenda della vasca di colmata. Quanto da Egli stesso dichiarato, pare abbia già deliberato la parola fine alla possibile realizzazione di un progetto così importante.

Il Sindaco ed il suo Assessore, Arch. Borri, hanno manifestato la rispettiva contrarietà all’esecuzione dell’opera come da progetto definitivo datato luglio 2017, perché l’area portuale individuata per la realizzazione della vasca di colmata, è esposta a potenziali rischi di natura idrogeologica derivante, particolarmente, dall’attigua foce del canale Fiume Grande.

Il progetto definitivo – completamento della infrastrutturazione portuale mediante banchinamento e realizzazione della retrostante colmata tra il pontile Petrolchimico e Costa Morena est – il cui obiettivo è quello di aumentare la profondità dei fondali per permettere l’ormeggio di navi di maggiori dimensioni, di aumentare il numero degli accosti e di rendere disponibile una cassa di colmata per le operazioni di pulizia e dragaggio dei fondali nel porto di Brindisi, comprende, come è d’obbligo che sia laddove la realizzazione di un’opera così importante possa originare pregiudizi sia per l’ambiente sia per la salute umana, la descrizione tecnica delle indagini geofisiche e ambientali condotte, fondamentali per l’effettuazione dell’analisi dei rischi e della valutazione dei pericoli correlati.

Lo studio preliminare condotto ha determinato che la realizzazione delle opere di cui trattasi sono compatibili, anche in relazione alle previsioni delle cogenti normative di settore, con lo stato della qualità dell’aria, con gli aspetti che riguardano sia il suolo e sottosuolo con particolare riferimento alla pericolosità geomorfologica, sia all’ambiente idrico in merito alla pericolosità idraulica connessa alla possibile esondazione del canale Fiume Grande. Inoltre, è stata definita anche l’adattabilità con ciò che riguarda l’ambiente idrico marino al fine di mitigare gli effetti legati alla movimentazione dei fondali. In particolare, il dragaggio sarà realizzato con opportune tecnologie atte a ridurre il rischio di dispersione di eventuali agenti contaminanti.

È doveroso rammentare che la realizzazione della precitata opera rientra nell’alveo di una serie di progetti strategici proposti da Consorzio ASI, Comune, Provincia e Autorità portuale per ridurre il gap infrastrutturale e contribuire al rilancio dello sviluppo, soprattutto economico, di Brindisi.

I settori d’intervento sinergicamente individuati dalle suddette istituzioni locali sono: porto e retroporto (realizzazione di infrastrutture per la logistica intermodale), petrolchimico e area industriale, ambiente (bonifiche e finalizzazione delle procedure connesse al SIN).

È ragionevolmente verosimile che il porto e la retroportualità sono il reale punto di forza su cui puntare per un sostanziale e significativo sviluppo economico di Brindisi.

Si considerino:

  • il progetto, già in corso di realizzazione, relativo al collegamento ferroviario tra il porto e l’area industriale, con la conseguente eliminazione dei transiti delle merci pericolose dall’area cittadina e il cambio motrice in una stazione elementare dedicata.
  • Il progetto relativo alla realizzazione di una piastra logistica integrata retro-portuale, finalizzata al potenziamento dell’accessibilità al porto e alla retro-portualità, con particolare riguardo all’intermodalità ferro-gomma e agli impianti logistici retroportuali.
  • Il progetto di recupero dell’area ex carbonile della Centrale Brindisi Nord per adibirla ad attività logistiche portuali.
  • Il progetto di realizzare il Parco tecnologico integrato di Brindisi, con l’obiettivo di mettere in comune gli utilities e le facilities di alcune tra le maggiori imprese della zona industriale. Questo consentirebbe di ridurre i costi di produzione, di elevare il livello di competitività delle aziende già insediate e di attrarre nuovi investimenti.
  • Il progetto riguardante agli Interventi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria della rete stradale a servizio dell’area industriale retroportuale.
  • Il progetto relativo alla realizzazione del parco di torri mini eoliche a supporto degli impianti di pubblica illuminazione della zona industriale.
  • Il finanziamento di 25 milioni di euro già destinato al SIN di Brindisi per un’analisi di rischio specifico del sito, messa in sicurezza della falda freatica Costa Morena, messa in sicurezza e bonifica della falda freatica Fiume Grande.
  • Gli interventi per l’utilizzo di aree produttive perimetrate dal SIN di Brindisi e già assoggettate a caratterizzazione ambientale.
  • Il protocollo interistituzionale denominato Brindisi_GSN (Glocal Security Network) sottoscritto di recente tra Consorzio ASI, Regione Puglia, Prefettura e i Comandi provinciali di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri. Si tratta di una progettazione finanziata per 3 milioni di euro dal Ministero dell’Interno, che prevede l’installazione di ulteriori telecamere nella zona industriale di Brindisi, oltre a quelle di Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana. Da una Control Room sarà possibile monitorare le immagini riprese dalle telecamere stesse. Quindi, l’obiettivo resta quello di migliorare la sicurezza nelle aree industriali.

Il tutto sostenuto anche dai quasi 1000 ettari di area industriale di pertinenza del patrimoniale comunale di Brindisi, candidata a Zona Economica Speciale.

Dunque, sono porto e retroporto, area industriale e aeroporto le possibili potenzialità che gli attuali Amministratori locali devono ottimizzare a dovere per un concreto sviluppo economico della nostra città. La sommaria descrizione dei suddetti progetti fa riflettere su come gli stessi siano sinergicamente connessi uno con l’altro.

 

Sig. Sindaco, La invito a riflettere.

 

Giampiero Campo (Idea per Brindisi)

 

 

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