GIOCHI, DISTANTE (SAPAR): “LA GARAVINI PARLA SENZA COGNIZIONE DI CAUSA”

Preoccupano le dichiarazioni della senatrice Garavini (del Pd). Non tanto per le affermazioni lesive e diffamatorie nei confronti degli operatori del settore del gioco legale quanto per le preoccupazioni che tali dichiarazioni possano generare nei comuni cittadini offrendo un’immagine distorta e confusa di un settore messo sempre più alle strette dai vari governi che si avvicendano. “Dichiarazioni – sottolinea il presidente della Sapar Domenico Distante – scopiazzate da un quotidiano cattolico e aggravate dal delicato ruolo istituzionale che la Garavini  ricopre in qualità di componente della commissione parlamentare antimafia”. Ci sarebbe da preoccuparsi se l’approccio alle tenatiche di contrasto alla criminalità organizzata fossero dello stesso tenore delle affermazioni rilasciate dalla senatrice in materia di gioco poichè le preannunciate misure di questo governo non vanno nella direzione auspicata, ma colpiscono come una mannaia migliaia di imprese e di lavoratori onesti. Non c’è da stare tranquilli di fronte ad un atteggiamento ostile e irresponsabile quando la senatrice Garavini sostiene  che l’attuale governo attraverso la proroga delle concessioni e lo slittamento della rottamazione delle awp  favorisca i signori dell’azzardo. È il caso di ricordare che il decreto per il passaggio alle Awp-R era stato proposto al ministro due anni fa. La legge prevedeva l’emanazione di un decreto ministeriale ma su questo processo è intervenuta la Conferenza unificata che avrebbe dovuto portare ad un riordino della materia e che prevedeva espressamente la sostituzione per rottamazione delle AWP rimanenti con le AWPR, quindi il tema è confluito nella conferenza unificata del settembre 2017 mentre sarebbe stato compito del governo di cui ella faceva parte emanare una normativa nazionale in grado di mettere ordine nel settore”. Sarebbe anche il caso di ricordare che nell’aprile scorso è stata portata a compimento la riduzione (rottamazione) degli apparecchi da gioco e intrattenimento dismessi pari al 34,9 % ma evidentemente prevale il forte pregiudizio nei confronti di un settore che si vuole distruggere, ora da un governo ora da un altro, con l’obiettivo di contrastare la ludopatia. La senatrice Garavini alla quale si consiglia un approccio più cauto sull’argomento, dovrebbe sforzarsi di andare oltre spot demagogici  e di pura propaganda. Farebbe bene a leggersi gli ultimi rapporti Eurispes e i benefici (inesistenti) sulla introduzione delle distanze dai luoghi sensibili e l’aumento della illegalità che il proibizionismo rischia di alimentare. Vorremmo anche ricordare che gli effetti di legislazioni regionali e, di recente, anche di regolamentazioni comunali che  intervengono sulla distribuzione o sulla localizzazione delle sale gioco è ampiamente insoddisfacente in mancanza di regole chiare e omogenee su tutto il territorio nazionale vanificando gli investimenti delle imprese e perdita di posti di lavoro. Le regole su dove e quanto si può giocare dovrebbe farle lo Stato ma devono essere uguali in tutta Italia, altrimenti non è un modo di procedere coerente per concessionari e imprese che si vedono cambiare le regole a livello locale. Ciò che provoca indignazione è il maldestro tentativo di colpevolizzare, senza distinzione alcuna, l’intera filiera del gioco legale che versa nelle casse dello Stato il corrispettivo di una manovra finanziaria e che con l’ultimo maxi emendamento illustrato da un ministro che confonde le slot con i video poker, intende aumentare il prelievo fiscale attraverso la rimodulazione del Preu riducendo al contempo il Pay out. Tutto ciò appare una forma coercitiva di limitazione della libertà d’impresa in un Paese che si definisce democratico. La senatrice Garavini pur essendo di parte opposta all’attuale compagine racconta inesattezze, ignorando il peso eccessivo degli investimenti necessari per la rottamazione delle vecchie apparecchiature e di costi di esercizio gravati dall’aumento indiscriminato del prelievo fiscale. Ma la senatrice agisce probabilmente nella inossidabile convinzione che il contrasto al gioco d’azzardo possa attuarsi attraverso l’introduzione di queste misure, distanziometro compreso. Nella vigente deregulation regionale il settore del gioco è rimasto fermo al palo grazie al governo del quale la Garavini per effetto di un decreto che avrebbe dovuto normare il settore essere emanato nell’ottobre 2017 dopo la conferenza unificata Stato Regioni.

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